La Festa della Liberazione torna a Lucignano: un appuntamento privo di retorica, come è giusto che sia in un luogo che ha dato i natali a Licio Nencetti, medaglia d’oro al valor militare e protagonista di pagine luminose della Resistenza aretina. È tutto pronto, dunque, per celebrare ancora una volta uno dei momenti più esaltanti della storia italiana e locale. La macchina organizzativa, assolutamente rodata, vede ovviamente in primo piano l’Amministrazione Comunale impegnata come sempre in una meritoria azione tesa a valorizzare la ricorrenza e a promuoverne il nobile messaggio.
Sarà come sempre una manifestazione sobria quella predisposta dal Comune di Lucignano. A metà mattinata, dopo la deposizione di una corona presso la lapide che ricorda i caduti lucignanesi (Licio Nencetti, Augusto Toti e Ugo Masini) presso il Palazzo Pretorio, un corteo preceduto dal Gonfalone del Comune con alla testa il Sindaco Roberta Casini, accompagnato dalla Banda “Rosini” sfilerà per le vie del centro storico per confluire ai Giardini Pubblici, appena fuori Porta San Giusto. Qui, dopo le onoranze al bel Monumento dedicato alla memoria dei tre Caduti lucignanesi, formato da due blocchi di pietra distinti e separati, l’uno, più grande con bassorilievo in bronzo, l’altro più piccolo con iscrizione in bronzo, sarà il Primo Cittadino a tenere l’orazione ufficiale. Certamente, il discorso del Sindaco rifuggirà da schematismi ordinari e forme usuali di esaltazione della Resistenza. Punterà – ne siamo certi – ad esaltare princìpi e valori di un periodo che ha visto la stessa comunità locale pienamente coinvolta in una drammatica fase della storia di questo territorio. È ovvio che le figure dei tre martiri lucignanesi non potranno essere sottaciute o minimizzate. I loro esempi sono un monito forte ancora attuale per coloro che vogliono comprendere vicende e situazioni avvenute oltre 70 anni fa.
A questo proposito, pare evidente che la tragedia che riguardò anche Lucignano nel periodo bellico, con lutti e sopraffazioni, debba essere letta alla luce di una riflessione estremamente coerente: la Resistenza fu una straordinaria lotta di popolo, una grande meravigliosa risposta di uomini e donne nei riguardi della dittatura fascista e della presenza nefasta delle truppe tedesche. Tutto questo, è bene ricordarlo, deve costituire un patrimonio ideale da custodire gelosamente e far rivivere soprattutto tra le giovani generazioni, affinché la memoria della Resistenza sia ancora presente nei cuori della gente di Lucignano.
Sarebbe davvero una cosa bellissima se i giovani di questo splendido paese potessero ricordare e farne una sorta di decalogo le parole di Licio Nencetti, scritte in una lettera alla adorata madre Rita il 3 novembre 1943 “Perché io non potevo più stare in mezzo a una masnada di vigliacchi. Vado con i ribelli per difendere l’idea di mio padre e per ridare ancora l’onore alla mia bella Patria.”
Così come sarebbe opportuno riannodare i fili del ricordo, interpellando i superstiti di quel periodo così travagliato della storia locale, gente semplice che ha vissuto direttamente episodi laceranti di una guerra durata anni, piena di sofferenze e dolori. Magari per farne un archivio prezioso da salvaguardare e diffondere nelle scuole di Lucignano, in nome dei valori di pace e libertà che furono alla base della Resistenza.
Siamo certi che il 25 aprile 2017 a Lucignano sarà come sempre un appuntamento partecipato e vissuto con la dignità di chi continua a credere alla lezione di coloro che persero la vita per un ideale di pace e libertà, che è il fondamento del nostro Stato.
Guido Perugini
Si sa come Umbria Jazz, in ormai dieci lustri, abbia portato a Perugia e dintorni,…
Convegni, tavole rotonde, degustazioni enogastronomiche, mostre fotografiche e documentali tutto dedicato all'animale simbolo della Valdichiana:…
“E io vado a mangiare dallo zio Ernesto!!” Scommetto che se solo avesse un ospitale…
È uscita la nuova guida di Condé Nast Johansens per una vacanza in una delle…
Nel genere da me e da tanti altri amato c’ è sempre stata la contrapposizione…
TOP TEN Mussolini il capobanda. Perchè dovremmo vergognarci del fascismo di Aldo Cazzullo,…