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“Il cuore nel pozzo” per ricordare i Martiri delle Foibe

Per diffondere la conoscenza dei tragici eventi legati all’esodo giuliano-dalmata e per onorare la memoria delle vittime delle Foibe sabato prossimo, 9 febbraio, presso l’istituto Statale di Istruzione Superiore “Giovanni da Castiglione” é previsto un incontro-didattico con proiezione del film “Il cuore nel pozzo” alla presenza dell’amministrazione comunale.

Per ricordare i 20mila martiri delle foibe, vittime del genocidio messo in atto dai partigiani di Tito, dal 2004 è stato istituito il Giorno del Ricordo delle Foibe che si celebra il 10 di febbraio. “Il cuore nel pozzo” è il primo sceneggiato-film che la tv italiana dedica al dramma delle Foibe. Siamo in Istria nel 1944 e una piccola comunità istriana è sconvolta dall’arrivo dei partigiani di Tito.
Tra questi anche Novak, che vuol ritrovare il figlio Carlo, avuto da una donna italiana, Giulia, che aveva violentato anni prima. La donna nasconde allora il figlio nell’orfanotrofio di Don Bruno, Leo Gullotta, e preferisce morire per mano dello stesso Novak piuttosto che rivelare il nascondiglio del figlio. Novak, che vuol vendicarsi uccidendo il figlio, non si arrende e inizia una corsa dei partigiani alla caccia dei bambini dell’orfanotrofio che, guidati da Don Bruno, stanno cercando di arrivare verso zone di confine più sicure e meno battute dai partigiani slavi. Con l’aiuto di Ettore, un reduce alpino, di Anja e di Walter, rappresentante del Cln, e con la morte di Don Bruno, riusciranno comunque a salvarsi.“Le Foibe, come l’Olocausto, sono tragedie che non devono essere dimenticate e per questo, in sinergia con il preside Maccarini, abbiamo deciso di rivolgerci essenzialmente ai giovani studenti che sono impegnati anche, attraverso i corsi di studio, ad affrontare questo periodo che ha lasciato una scia di dolore e anche d’ingiustizia, visto che solo in tempi abbastanza recenti, ci sono volute le prese di posizione dei presidenti della Repubblica, a partire da Francesco Cossiga, si è alzato il velo dell’oscurantismo. Le vittime di crudeltà, di crimini contro l’umanità, di attacchi xenofobi non hanno né razza né religione, davanti alla storia sono tutte uguali” conclude l’assessore alla cultura, Massimiliano Lachi.

Ufficio Stampa

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