L’Associazione Culturale “Spazio Aperto”, sorta a Castiglion Fiorentino poco più di un anno fa, prosegue nel suo incessante impegno volto a proporre alla cittadinanza una varietà di occasioni per conoscere sempre meglio i tanti aspetti che rendono la città uno scrigno ancora in parte da scoprire o quantomeno da valorizzare; in questi sedici mesi le proposte offerte sono state le più disparate e tutte ben accolte da un pubblico che esso stesso si è variegato a seconda dei temi trattati. Un dato positivo, questo, che ha permesso a “Spazio Aperto” di farsi conoscere da una platea sempre più vasta. L’ Associazione presieduta da Rossano Gallorini ha però in serbo stavolta una vera e propria sorpresa che vedrà come ambientazione la Chiesa della Collegiata nel pomeriggio di Venerdì 8 giugno alle ore 17,30.
La sorpresa non riguarderà tanto il tema della serata, la presentazione di un restauro di un’apprezzabilissima opera d’arte – la tela raffigurante “San Benedetto col Monastero” proveniente dall’altare di sinistra della Chiesa di Orzale in Val di Chio – ma il fatto che il dipinto in questione, nel corso della sua risistemazione ha svelato un mistero i cui contorni si perdevano un po’ nella leggenda: quello che per anni si credeva solo un dipinto abbozzato sul retro della tela stessa, si è in realtà rivelato un’opera assolutamente indipendente, di pregevolissima fattura, di carattere profano che ha per soggetto “Eros educato da Marte e Venere”. Da questa eccezionale scoperta deriva lo stesso titolo dell’iniziativa di Venerdì prossimo: “Sacro e Profano. La scoperta della misteriosa convivenza di due tele”. Ci sarà materiale a sufficienza per stuzzicare la curiosità e l’interesse non solo di addetti a lavori , ma di un pubblico che Gallorini ed i membri dell’Associazione si augurano essere il più numeroso possibile. Spesso, la ricollocazione di un’opera d’arte inviata a restaurare diventa problematica magari per cavilli burocratici, aspetti finanziari e quant’altro : trovarsi a presentare un restauro realizzato celermente e che praticamente si fa in due diventa un elemento di assoluta originalità e sicuro interesse.
Il restauro, finanziato per buona parte dalla “Tuscan Charm” – una società inglese che opera nel settore turistico – è stato condotto come altri presentati in questo anno, e sempre provenienti dalla chiesetta scrigno di Orzale, dal perugino Giovanni Manuali, il primo a rimanere sorpreso del fatto che “un dipinto sia stato usato come sorta di fodera di un altro, soprattutto considerando il tema strettamente religioso del primo e quello molto laico del secondo”.
Venerdi 8, dunque, presso la Collegiata di Castiglion Fiorentino verranno svelati i misteri legati a questa intrigante vicenda storico-artistica; le opere rimarranno esposte fino al prossimo 30 settembre presso il Museo della Pieve Vecchia di San Giuliano, adiacente alla stessa Chiesa Collegiata, una realizzazione fortemente voluta da Don Giovanni De Robertis, l’Arciprete di cui proprio in questi giorni si ricorda la prematura scomparsa. Le opere verranno successivamente ricollocate presso la Chiesa di Orzale, nel frattempo munita di impianto di antifurto.
Oltre a quella dell’Associazione “Spazio Aperto” e dello sponsor, si ricorda la fattiva collaborazione per la riuscita dell’iniziativa della Soprintendenza, della Diocesi, della Parrocchia di S.Maria e Cristina in Val di Chio e dello stesso Museo della Pieve di San Giuliano.
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