E’ stata posta sotto sequestro con un blitz della Guardia di Finanza “Villa Wanda”, la notissima residenza di Licio Gelli negli immediati dintorni di Arezzo. L’ex “maestro venerabile” della Loggia P2 sarebbe implicato, insieme al figlio, in un’inchiesta riguardante una frode fiscale. Il sequestro è stato messo in atto dagli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza aretina, disposto dal Gip su richiesta del procuratore Roberto Rossi.
Il motivo del sequesto è che secondo gli inquirenti la famiglia Gelli, per evadere una grossa cifra dovuta all’Erario ed evitare che Equitalia potesse pignorare la villa, avrebbe finto la vendità a una società.
L’indagine è invece scattata nel 1998, condotta dal Nucleo Polizia tributaria di Arezzo: l’Agenzia delle Entrate aretina ricevette dalla polizia francese un testamento olografo di Licio Gelli in cui si faceva accenno a disponibilità per Gelli di patrimoni in territorio estero oltre a spese sostenute per i tre figli in cifra ben superiore a quelli che erano i redditi dichiarati e da lì, secondo quanto riferito dalla GdF, si sarebbe giunti poi alla definizione di una serie di cartelle esattoriali nei confronti di Licio Gelli per 8,8 milioni di euro, del figlio Maurizio per 7,2 milioni, della figlia Maria Rosa per 1,1 milioni e del primogenito Raffaello per 500 mila euro.
Visti i debiti accumulati con l’Erario, è presumibile che sia stato scelto l’escamotage per salvare la villa fingendo di venderla a terzi: prima con le iscrizioni ipotecarie sull’immobile a favore della moglie di Licio Gelli e del nipote, a fronte di crediti vantati dagli stessi per l’erogazione di presunti finanziamenti nei confronti della società di famiglia; quindi la successiva alienazione a favore di una società romana, precostituita ad hoc e sempre riconducibile ai congiunti di Gelli.
La villa è composta da due fabbricati, per un totale di 32,5 vani, con annessi piscina e locale serra, e da terreni agricoli della superficie complessiva di 11.150 metri quadri.