L’operazione “Lock drilled” che ha portato all’arresto di nove persone per rapine messe a segno nelle province di Arezzo, Terni e a Cesena, è partita da due episodi avvenuti a pochi giorni di distanza nell’aretino. Nel primo caso il 27 dicembre del 2009 vennero arrestate a Terontola (Arezzo) due persone sorprese mentre stavano praticando un foro sulla porta d’emergenza della Banca Popolare di Cortona.
Il 4 dicembre del 2009 era stato invece rapinato l’ufficio postale di Tegoleto (Arezzo), in questo caso i banditi erano entrati dalla porta d’emergenza sulla quale erano stato praticato un foro qualche millimetro sotto l’alloggiamento della chiave, verosimilmente con un trapano. Vicino alla porta i carabinieri ritrovarono anche un piccolo grimaldello utilizzato per forzare la stessa porta. In breve i militari dell’Arma appurarono che i due colpi, quello fallito e l’altro andato a segno, avevano la stessa matrice e da lì sono partite le indagini che hanno portato a nove ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Arezzo Annamaria Loprete eseguite ieri e a undici persone indagate. Tra i due arrestati di Terontola i carabinieri hanno scoperto che uno di loro era tra gli autori della rapina a Tegoleto. Da lì, con un lavoro che ha coinvolto varie province italiane Arezzo, Terni e Cesena per gli arresti, Macerata, Ascoli Piceno e Rimini per le indagini, i carabinieri sono arrivati a scoprire il “modus operandi” delle bande e ad arrestare nove persone. Secondo quanto emerso il basista, una persona residente a Perugia, faceva il sopralluogo forando le porte. Questo permetteva ai rapinatori, qualche giorno dopo, di arrivare sul posto e forzare leggermente le porte di servizio con un grimaldello, sorprendendo così i dipendenti di banche e uffici postali che venivano minacciati con la pistola e chiusi in bagno dopo i colpi. Attualmente nove sono le persone i carcere e undici quelle indagate. Diciotto le rapine sotto la lente dei carabinieri.