“Chiediamo sgravi fiscali e contributivi per ristoranti e pizzerie durante il periodo estivo”. A lanciare la proposta, quasi come una provocazione, è il presidente dell’Associazione Pizzerie Aretine di Confcommercio Renato Pancini. “Va bene anche che i Comuni ci diminuiscano la quota di Tari, Tasi e altri tributi locali”, prosegue Pancini, “l’importante è che ci aiutino a bilanciare l’emorragia di clienti causata in questi mesi dal proliferare di sagre, feste paesane di ogni tipo ed eventi che prevedono la somministrazione parallela”.
“Quest’estate la situazione sembra fuori controllo”, denuncia Pancini, “negli ultimi anni alcuni Comuni e la Provincia stessa avevano cercato di stilare regolamenti più rigidi per selezionare le sagre riconosciute, un impegno che però pare oggi inadeguato in virtù delle mutate abitudini della clientela e del cambiamento delle condizioni generali di mercato . Perché nel calendario estivo di eventi del genere ce ne sono tantissimi, troppi, e molti hanno una durata eccessiva. Non parliamo poi della presunta tipicità dei prodotti che servono: ormai fanno da ristorante bello e buono, hanno un menù che va dalla bistecca alla pizza”.
Tutto questo mentre i ristoratori aspettano i clienti a braccia conserte. “Sabato scorso nel mio locale ho fatto 30 coperti, dei 120 esistenti. Ho 10 dipendenti e le Riba in scadenza a fine mese… Eppure lavoriamo bene, la gente ci conosce e ci ama, quindi non è un problema del nostro locale. Il fatto è che il richiamo delle feste è alto, la gente pensa anche di spendere meno ma spesso non è vero e trova pure un servizio scadente”.
Il presidente dei Pizzaioli di Confcommercio ci tiene a precisare: “noi vogliamo una regolamentazione che salvi solo gli eventi che se lo meritano, come la sagra della bistecca di Cortona, virtuosa per tanti aspetti: si concentra in un prodotto soltanto, dura pochi giorni, tutela la gastronomia tipica e promuove il territorio richiamando tanta gente, con effetti che si fanno sentire anche nei locali”.
“Basta, però, con le feste che spuntano come funghi e servono solo a finanziare le attività di circoli privati o gruppi d’interesse. Sappiamo che è una questione politica impopolare da affrontare, soprattutto in un periodo in cui i Comuni non hanno fondi per supportare le associazioni e i gruppi sportivi. Ma permettergli di fare cassa a spese dei pubblici esercizi ci sembra davvero troppo. Le nostre imprese creano ricchezza e danno lavoro vero. Negli altri eventi c’è spazio solo per il volontariato non retribuito. Si decisa quale direzione prendere”.
“Ci piacerebbe veder pubblicati i bilanci di queste “pseudo sagre”, sapere quanto incassano e come vengono investiti i soldi, visto che hanno molte agevolazioni nel pagamento delle imposte e sono esonerate da tante normative sul lavoro e sui contributi, perfino da certe regole burocratiche a cui le nostre imprese invece devono sottostare”.
“L’estate è la stagione che più invoglia le famiglie ad uscire, anche in periodi di crisi. Avere la concorrenza sleale delle ‘finte’ sagre proprio ora ci sembra davvero una beffa. Per non parlare di certi circoli privati, che invece concorrenza sleale ce la fanno tutto l’anno. Eppure i controlli sarebbero semplici da fare…”.
Renato Pancini chiede dunque: “o si prevedono sgravi fiscali e contributivi per pizzerie e ristoranti nel periodo estivo, o si regolamentano le sagre rivedendone durata, oggetto, tipicità, finalità. Così non può andare avanti. Le sagre sono una importante occasione di socializzazione ed i circoli un importantissimo ( in alcune occasioni) presidio del territorio: ebbene quello che queste entità svolgono solo in tre mesi estivi noi lo svolgiamo tutto l’anno, e molte sere quello che incassiamo non ci basta a pagare le spese. Ci piacerebbe che le Amministrazioni aprissero un tavolo di confronto con la nostra categoria per ascoltare le nostre ragioni”.