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Sanità: firmato il “patto territoriale” anche per la Valdichiana

“I patti che firmiamo oggi, non erano così scontati e rappresentano una sicurezza per il futuro della sanità delle zone periferiche”. Lo ha detto Oreste Giurlani, Presidente dell’Uncem Toscana, firmando assieme ai sindaci Vignini, Frullani e Bernardini in rappresentanza delle relative conferenze di Valdichiana, Valtiberina e Casentino, i patti territoriali con la Asl 8. “Una vera pianificazione strategica – gli ha fatto eco il direttore generale della Asl Enrico Desideri – garantendo la compatibilità economica con la qualità dei servizi e valorizzando ogni ospedale con prestazioni specialistiche di richiamo forte verso la provincia, ma anche verso gli altri territorio”.

Ognuno dei tre sindaci ha espresso soddisfazione per ave chiuso finalmente la fase degli allarmi ciclici sulla possibile chiusura dei loro ospedali. “Ora si guarda avanti – ha detto Andrea Vignini – consapevoli che ospedali come i nostri sono utili a tutti i cittadini delle nostre vallate, ma rappresentano anche un argine alle fughe, assai facili quando si risiede ai confini con altre regioni che hanno politiche aggressive di attrazione”.

Ha voluto sottolineare il rapporto virtuoso fra territorio e ospedale il sindaco di Sansepolcro, Daniela Frullani: “Non solo gli ospedali devono fare rete fra loro, ma è proprio con il territorio che serve un rapporto stretto e il lavoro finora svolto ha già prodotto grandi risultati.”

Il sindaco di Bibbiena Bernardini ha ricordato come “questo modo di interpretare l’assistenza con una attenzione forte alle cure intermedie abbia un alto valore sociale del quale i cittadini comprendono il valore”.

Se Giurlani ha parlato di un contratto del quale dovranno tenere conto i prossimi estensori del piano sanitario integrato regionale, per il direttore sanitario della Asl Branka Vujovic “il percorso avviato da anni con una valorizzazione forte delle cure territoriali e una definizione adeguata delle funzioni ospedaliere, ci sta guidando verso un progetto che è in grado di tenere assieme le esigenze di salute dei cittadini e le altrettanto innegabili esigenze di buon uso delle risorse e di risparmi dettati dalla crisi, ma anche dalla eticità nell’uso di soldi pubblici”.

Le ragioni dei patti

Ripensare il modello di sanità pubblica per garantirne la sostenibilità ed il mantenimento della qualità raggiunta. Questo l’obiettivo dei Patto territoriali che delineano il futuro dei servizi sanitari di Valdichiana, Casentino e Valtiberina, in un contesto caratterizzato da importanti modifiche sociali ed una pesante crisi economica. Uno scenario prospettato dalla ormai nota Delibera regionale 1235 che impartisce direttive per il riordino del Servizio Sanitario Regionale, con indirizzi alle Aziende Sanitarie e la individuazione di azioni di cambiamento organizzativo su tutti i livelli di assistenza, improntato ai criteri di efficienza, appropriatezza, equità.

Sotto il profilo operativo si interviene su aree prioritarie: dal potenziamento delle strutture territoriali e dei modelli assistenziali integrativi e alternativi all’assistenza ospedaliera, alla riorganizzazione della rete ospedaliera con particolare attenzione all’efficienza ed all’appropriatezza di utilizzo, nonché all’attribuzione di ruolo agli ospedali all’interno della rete sia aziendale che di Area Vasta. E ancora: la riorganizzazione della rete dell’emergenza e la razionalizzazione di servizi di supporto ( laboratori, servizi trasfusionali, genetica medica).

L’Azienda sanitaria ha sviluppato le indicazioni regionali, scrivendo un piano operativo (contenuto nel Patto territoriale) che delinea uno scenario fatto di sviluppo sostenibile. Viene garantita l’attuale offerta complessiva dei servizi, ma allo stesso tempo si prospettano cambiamenti profondi del modello assistenziale, sia territoriale che ospedaliero. Tre le aree di intervento.

A livello territoriale

Prosegue la politica delle Case della Salute. Nelle tre vallate, alle quattro già realizzate (Rassina, Poppi, Pieve Santo Stefano e Castiglion Fiorentino), se ne aggiungeranno nei prossimi tre anni altre cinque: due in Casentino a Bibbiena e Stia, due in Valdichiana, a Camucia e Foiano e una in Valtiberina, ad Anghiari. Le Case della Salute sono il punto di riferimento del territorio, dove trovano posto, nello stesso luogo fisico, tutti i servizi che erogano prestazioni sanitarie e sociali (medici di medicina generale, pediatri, medici della continuità assistenziale, servizi infermieristici, i consultori, il cup).

Saranno fortemente potenziate le Cure Intermedie, l’anello di congiunzione in grado di garantire la continuità assistenziale tra il ricovero ospedaliero ed il ritorno al domicilio. Un percorso che interessa tutti quei pazienti che al termine di un ricovero non sono ancora in grado di rientrare a casa per motivi sociali o sanitari, ma che dal punto di vista clinico sono stabili e non necessitano di assistenza ospedaliera. Nelle tre zone interessate dai Patti Territroriali, sono già presenti strutture intermedie, ma è previsto un ulteriore incremento di 5 posti in Casentino e 6 posti in Valdichiana

La rete ospedaliera

Seconda area di intervento gli ospedali. Chiarito fuori da ogni dubbio che gli ospedali periferici non chiudono (“41 sono e 41 rimarranno” ha detto proprio ad Arezzo l’assessore regionale Marroni) ciò che va aggiornato e sviluppato è un nuovo concetto di ospedale. Saranno in rete, quasi come se i 41 ospedali toscani fossero un unico grande ospedale con tante sedi. Ma ognuno dovrà agire sapendo che i pazienti non si curano solo per zona di residenza, ma seguendo il principio di prestazioni offerte secondo l’appropriatezza necessaria. Non tutti gli ospedali possono fare le stesse cose e soprattutto tutte quante. I grandi centri universitari avranno in carico le cure più sofisticate e difficili, spesso numericamente basse e impossibili da distribuire per ogni ospedale.

Così per gli ospedali delle tre vallate, oltre al mantenimento dell’attuale offerta di servizi, si prevede una sorta di specializzazione (ospedali focalizzati) per alcuni interventi chirurgici specialistici o di bassa complessità, ma di importante impatto sulle liste di attesa. Questo sarà possibile grazie alla formazione di equipe chirurgiche aziendali dedicate che opereranno su tutti gli ospedali provinciali.

Mentre la chirurgia d’urgenza e la traumatologia ortopedica saranno concentrate su Arezzo e Valdarno, nei 3 ospedali sarà potenziata la chirurgia programmata, prevalentemente in regime Day Surgery e Week Surgery (degenza inferiore ai 5 giorni) con alcune attività prevalenti. In particolare per la Valdichiana chirurgia Day Surgery, chirurgia della mammella, chirurgia del pavimento pelvico e chirurgia protesica dell’anca e della spalla; per la Valtiberina chirurgia Day Surgery, chirurgia del pavimento pelvico e chirurgia protesica del ginocchio con tecnica robotica (una grandissima novità e opportunità che darà a Sansepolclro una centralità a livello di Centro Italia); l’ospedale del Casentino manterrà le attività attuali, supportata dall’attivazione di 2 posti letto di terapia subintensiva.

I posti letto saranno rimodulati sulla base dei criteri regionali (tasso di occupazione, degenza media) e subiranno una minima riduzione: otto in Valdichiana (diverranno 83), otto in Valtiberina (diverranno 60) e tre in Casentino (diverranno 63).

All’interno degli ospedali della Valdichiana e del Casentino saranno attivati posti letto MO.DI.CA., Modulo di Continuità Assistenziale, dove sarà possibile una gestione condivisa tra medico ospedaliero e medico di medicina generale, dei pazienti in dimissione dal reparto, prima del passaggio al domicilio o ad altra struttura intermedia.

L’emergenza-urgenza

La terza area di intervento prevista, riguarda la “Emergenza-urgenza”.

La rete territoriale dell’emergenza manterrà l’assetto attuale nelle zone Casentino e Valtiberina, mentre sarà modificato nella Zona Valdichiana con l’incremento di 2 ambulanze infermierizzate in servizio 12 ore al giorno, una automedica come oggi sono in funzione ad Arezzo e in Valdarno, e una ambulanza BLSD in stand by sulle 12 ore.

….la questione “centrali 118”

Nel corso della conferenza stampa di stamani è stato sollevata dai giornalisti la questione delle possibili sedi delle centrali 118, che vedrebbe esclusa Arezzo.

E’ stata segnalata la dura presa di posizione del sindaco di Arezzo Fanfani e del consigliere regionale De Robertis.

Desideri, senza entrare nel merito, ha solo ricordato che il 118 di Arezzo ha avuto un riconoscimento indiscusso della sua qualità di gestione operativa ed economica dall’Agenas nazionale e che quindi ha tutte le carte in regola per essere sede di centrale di area vasta.

Oreste Giurlani (Uncem) ha sottolineato come da molti mesi rispetto a questo dibattito chiede al presidente Rossi e all’assessore Marroni “non l’elenco delle città sedi delle centrali 118, ma il progetto operativo, basato sulle evidenze di ciò che esiste e di quello che si prospetta, e che solo con questo documento tecnico si può dare un giudizio sul numero delle centrali necessarie e le rispettive sedi per garantire ai cittadini un servizio adeguato alle proprie esigenze”.

Michele Lupetti

Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70

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