Una task force per vigilare sulle sagre e riportare ordine nel settore della somministrazione parallela. La chiedono a gran voce gli operatori della ristorazione di Confcommercio. “Il fenomeno ha raggiunto dimensioni eccessive, è fuori controllo nel numero e nelle modalità e pone seri problemi in merito alla sicurezza e alla salute dei consumatori”, dicono insieme il presidente dell’Associazione Pizzerie Aretine Renato Pancini e il portavoce dei Ristoratori Federico Vestri, che in questi giorni stanno incontrando vari esponenti di enti ed istituzioni locali per sondare la loro disponibilità ad affrontare la questione in maniera unitaria e sistematica.
“Chiediamo l’apertura di un tavolo interistituzionale a cui siedano insieme all’associazione di categoria i Comuni, le forze dell’ordine, la Asl, l’Ispettorato del Lavoro e gli altri organi competenti in materia”, continuano i due imprenditori di Confcommercio, “in questo modo alle nostre segnalazioni potrebbero seguire subito le verifiche e si potrebbe predisporre una attività permanente di prevenzione, sensibilizzazione e controllo che, siamo certi, potrebbe dare i suoi frutti in tempi rapidi”.
Confcommercio sottolinea la necessità che i Comuni diventino capofila della lotta alle distorsioni: “ai Comuni compete la funzione prima e principale di disciplinare il fenomeno delle sagre attraverso un apposito regolamento”, sottolinea Pancini, “basterebbe questo a ridimensionare le sagre almeno nel numero, salvando solo gli eventi che davvero rispettano tipicità e autenticità nella loro offerta gastronomica. Poi bisogna pensare al rispetto delle regole: sarebbe opportuno, per esempio, obbligare gli organizzatori delle sagre ad allegare alla Scia le certificazioni sulla regolarità degli impianti elettrici e del montaggio delle strutture, a garanzia di tutela dei consumatori. Purtroppo la facilità con cui oggi si possono fare le dichiarazioni di inizio attività ha incentivato l’improvvisazione e il pressappochismo”.
Una volta ridimensionato il numero degli eventi, sarebbe più facile anche per le autorità competenti predisporre i controlli. “Attualmente non ci pare che ne vengano fatti molti e questo è un altro dei punti che rendono la somministrazione parallela una concorrente sleale dei nostri locali. Noi siamo aperti tutto l’anno, sempre esposti alla possibilità di un’ispezione. Le sagre no. La salute e la sicurezza delle persone però valgono nei nostri locali come e quanto nelle sagre”, aggiunge Federico Vestri.
Sono molte ancora le perplessità sollevate da Confcommercio a proposito delle modalità di organizzazione delle sagre: “minorenni che servono ai tavoli bevande alcoliche, condizioni igieniche non sempre da manuale, cucine e impianti non sempre a norma, abbigliamento non adeguato, misure di sicurezza in certi casi addirittura inesistenti, per non parlare di certe zone d’ombra in campo fiscale e giuslavorativo. Ovvio che lavorare non rispettando le regole è più semplice e meno costoso, ma è illegale ed è concorrenza sleale. Deve valere il principio “stesso mercato, stesse regole”.
“Esortiamo i Comuni a non approvare i nuovi calendari delle sagre senza aver prima modificato i regolamenti con l’inserimento di indicazioni precise e vincolanti sui menù, sulla tipicità delle pietanze offerte, sulla provenienza dei prodotti nonché sulle norme igienico-sanitarie da rispettare”, dice la vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei. “Il nostro è un appello a tutte le forze politiche del territorio, affinché diano un segnale chiaro di rispetto e tutela agli imprenditori della ristorazione e ai tanti lavoratori del comparto”.
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