Da alcune settimane si è abbassata la saracinesca del circolo rionale di Porta Romana. Non si è trattato di una scelta maturata per mancanza di fondi o per problemi interni di gestione, ma di una dolorosa decisione assunta dal consiglio direttivo che, in seguito alle continue e costanti lamentele dei residenti del quartiere, non ha ritenuto ci fossero più le condizioni per una serena continuazione dell’attività.
Il circolo Lupercale era stato riaperto due anni fa in via Roma nei locali che storicamente avevano ospitato il bar-alimentari di Santi Tanganelli, conosciuto universalmente come Santino, ed era stato riproposto secondo le garanzie e i criteri previsti dalla legge, con un sistema di amministrazione moderno e affidando la gestione al gruppo giovanile di Porta Romana sotto la diretta supervisione del consiglio direttivo. L’idea iniziale era quella di tenere in vita un quartiere già in crisi e di responsabilizzare questi ragazzi che così erano diventati protagonisti fondamentali della vita rionale, anche grazie all’organizzazione di eventi sociali, aggregativi e culturali. “In tutto questo l’Amministrazione comunale e la Polizia Municipale, che ringraziamo vivamente, ci sono state sempre vicino. Sono stati pure organizzati incontri di sensibilizzazione sugli effetti dell’uso dell’alcol sui giovanissimi” commentano i consiglieri. “Il problema è arrivato invece dai residenti, che fin da subito hanno storto il naso a causa della rumorosità degli avventori del nostro circolo, e questo nonostante in zona ci siano situazioni come le scolaresche del liceo e un’attività di doposcuola con intrattenimento fino alle 10 di sera”. “Dopo una serie di segnalazioni arrivate direttamente ai carabinieri” spiegano ancora dal consiglio direttivo “abbiamo ricevuto l’ispezione dell’Arpat nel cui verbale è annotato che, oltre al naturale rumore dei frequentatori tipico di qualsiasi bar, la fonte sonora più intensa proveniente dal locale fosse il rumore della pallina da ping-pong che rimbalzava sul tavolo durante un torneo estivo”. Però, sulla scorta di questa battaglia, la Polizia Municipale ha dovuto ordinare la chiusura dell’attività alle 22, e a quel punto la dirigenza rionale non se l’è sentita più di andare avanti, sia perché un orario di apertura così ristretto avrebbe fortemente ostacolato la vita del circolo, sia perché, con queste continue tensioni, “non valeva la pena rischiare di compromettere le responsabilità penali di ragazzi poco più che maggiorenni”. E i consiglieri chiosano: “Adesso il quartiere è davvero morto”. L’Associazione culturale Lupercale continua comunque ad esistere – pur senza attività di somministrazione – e, in attesa di venti più favorevoli, ha trasferito la sua sede presso la sede rionale in via San Lazzo