Il 17 febbraio di un anno fa ci ha lasciati Maurizio Gambella, un collega di lavoro che si trasformava presto in un amico sincero, generoso e leale. L’aspetto che dava di Maurizio originalità era una carica di sensibilità che trasformava l’omone che era in un uomo che si commuoveva facilmente, che sentiva il dolore degli altri come i suoi, che riusciva a contenerlo fino a subirlo.
Ci piace ricordarlo quando tirava fuori la sua vocazione più “repressa “: il canto. Cantava una frase, un ritornello nei momenti più originali causando stupore e incredulità a “giovani colleghi” e/o avventori della burocrazia cortonese. La sua origine, come amava ricordare, era del Vitellino e si sentiva gratificato nel riperterlo, godeva del ricordo dei suoi anni più verdi. Non nascondeva il grande amore per Alfeo e la Maria, ma ancor di più si illuminava quando raccontava della Susanna, dei Suoi “agazzi”, lui che non esagerava mai nel discutere, a riguardo dei Suoi si dileggiava sopra fiumi di parole.
Per chi l’ha veramente conosciuto, la sua dipartita è stato un duro colpo. Impossibile sarà non ricordarlo con affetto e amore.
Gli amici e colleghi