L’Angelus di domenica 6 settembre ha scosso le coscienze di tutta Europa. Papa Francesco continua incessantemente ad invocare la Misericordia, in vista del Giubileo straordinario ad essa dedicata, specie per le “decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita” e, nella preghiera dell’Angelus di ieri, in piazza San Pietro, le sue parole non sono rimaste un sollecito a sé stante ma sono diventate un appello preciso e concreto affinché la comunità cattolica si faccia animatrice di accoglienza in una situazione in cui la gravità del problema dei profughi e dei migranti si manifesta come la frontiera più attuale ed urgente della solidarietà concreta in un orizzonte continentale.
Un appello immediatamente raccolto da mons. Riccardo Fontana che, questa mattina, ha inviato una lettera a tutti i parroci della diocesi, ai Superiori delle comunità religiose, Monasteri e Santuari, ai presidenti delle aggregazioni laicali affinché anche dalla nostra diocesi, vi sia una pronta e generosa risposta.
“(…) Mobilitare tutte le Parrocchie e le Comunità Religiose d’ogni genere, i Santuari e le aggregazioni cattoliche, comporta non solo il materiale reperimento di spazi adeguati, ma anche quella ospitalità che è connaturale alla nostra cultura toscana e alle scelte di carità cristiana.
Il Papa vuole che tutti siamo coinvolti in questo esercizio di misericordia, in riferimento all’ormai imminente Anno Santo. Laddove si parla di Parrocchia, si intende l’intera comunità e il suo territorio, non la casa parrocchiale soltanto.
La Caritas Diocesana, ovviamente si mette a disposizione perché questi servizi diventino possibili nel rispetto delle norme sia civili che sanitarie e siano ordinati e ragionevoli. Pare che sia l’occasione provvidenziale perché ogni Comunità si doti di una Caritas Parrocchiale o di Unità Pastorale.
Il buon senso fa ritenere che nessuno improvvisi o agisca da solo: è necessaria una rete che volentieri sarà coordinata con uno specifico servizio della Caritas diocesana (…)”. Una rete che sarà attivata il prima possibile, già dalla prossima settimana.
Analogo appello è stato inviato ai parroci fiorentini anche dal card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze affinché le parrocchie, con disponibilità e generosità, si mettano in contatto con la Caritas diocesana, che sola può garantire il coordinamento necessario a un’ordinata attuazione di questa complessa operazione e soprattutto i rapporti con le autorità dello Stato e quelli con le amministrazioni locali, perché tutto avvenga nel rispetto delle leggi e delle normative.
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Mi permetto di non apprezzare l'iniziativa dello Stato Vaticano, di osteggiarla radicalmente anzi, perché il problema dell'accoglienza dei migranti non è nel farli dormire e dar loro da mangiare magari per qualche mese, ma quello di curarne immediatamente dopo l'inserimento, che deve consistere nel procurar loro abitazione, lavoro, istruzione dei giovani e assistenza sanitaria, eventualmente salario sociale e pensione. Il Vaticano, che non può ignorare queste cose, fa bella figura col mondo sapendo di imporre ad un altro stato sovrano, l'Italia in questo caso, oneri culturali sociali e soprattutto finanziari enormi. Questa è palesemente una violazione del diritto internazionale ed una presa in giro della popolazione, un atto di propaganda becera e ipocrita. E naturalmente la nostra classe politica che si nutre dell'esteso consenso dei cattolici ben si guarda dall'avvisarli dell'onere di cui li caricano queste "parole di carità" solo per non perdere voti.
Con tanti saluti e auguri a chi continua a credere nella onestà e nello spirito caritatevole dei "pastori del gregge" e nel loro "capo".