Martedì 26 gennaio alle 21.00, il Centro di Aggregazione Sociale Ciaperoni di Monte San Savino ospita un’iniziativa di informazione e sensibilizzazione sul gioco d’azzardo patologico e le sue dannose conseguenze. La serata, organizzata da ARCI Arezzo, ha l’obiettivo di attirare l’attenzione su un fenomeno in larga crescita e che coinvolge fasce sempre più ampie della popolazione, con conseguenze gravi sia a livello psicofisico che a livello sociale ed economico: legami familiari compromessi, perdita del lavoro, difficoltà economiche, sono solo alcuni dei danni provocati dal gioco d’azzardo compulsivo, che, come ogni altra dipendenza, porta a non poter più controllare i propri impulsi.
Saranno gli operatori del SerT della zona aretina, pionieri della lotta al gioco d’azzardo patologico, a illustrare, con semplicità e competenza, quali sono i primi sintomi della dipendenza, quali i meccanismi psicofisici in atto nel giocatore dipendente e quali possono essere i percorsi terapeutici per uscire da una malattia che coinvolge interi nuclei familiari.
L’iniziativa vede anche la collaborazione dell’Associazione Mirimettoingioco, fondata da ex giocatori patologici che, attraverso la loro esperienza di dipendenza e cura, collaborano con il SerT con un gruppo di auto aiuto aperto ai giocatori e alle loro famiglie.
Per ARCI Arezzo quella contro il gioco d’azzardo è una battaglia fondamentale, e l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini sono gli strumenti più importanti da utilizzare per contribuire a sconfiggere una patologia ancora troppo sconosciuta, ma dalle conseguenze devastanti.
Purtroppo il gico d’azzardo continua ad essere una importante voce in entrata nelle finanziarie dei nostri governi, e anche se dei piccoli passi in avanti sono stati fatti grazie alla pressione della società civile (il divieto di pubblicità dalle ore 7.00 alle ore 22.00 per le tv e le radio generaliste non è ancora il divieto totale richiesto, ma è certamente una prima, seria, misura di contenimento della promozione del gioco d’azzardo), ancora molto resta da fare per incidere nei comportamenti individuali e far comprendere la semplicità con cui si può passare da un divertimento sociale ad una vera patologia dalle conseguenze gravi anche in termini economici per l’intera collettività.
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