Le associazioni LAV, OIPA e ENPA di Arezzo protestano contro la presenza del circo acquatico a Camucia. Da tempo le associazioni cercano di informare e sensibilizzare i cittadini sulle sofferenze degli animali sfruttati negli spettacoli. «Forse pochi sanno quali angoscianti realtà si nascondano dietro questi spettacoli», spiegano Sara Giuliattini della sede aretinadell’Organizzazione internazionale protezione animali e Marco Gallorini della Lega anti vivisezione.
«Per questi esercizi gli animali, come le foche per esempio, sono privati del cibo: così vengono piegati al volere dell’uomo senza che sia possibile una qualunque ribellione istintiva e ogni libera naturalezza». Questi carrozzoni viaggianti sono e restano dei luoghi di cattività i quali non tengono conto delle sofferenze di tanti esseri viventi; segregati all’interno di spazi angusti e privati dei più elementari diritti al solo scopo di permettere spettacoli anacronistici. E’ segno di arretratezza culturale accettare che ancora oggi similispettacoli siano tollerati e finanziati, per questo chiediamo a tutte le amministrazioni una profonda riflessione sul tema dei diritti degli animali e sul “valore” educativo che tali spettacoli hanno sui bambini. «Dal punto di vista psicologico infatti», proseguono Sara Giuliattini e Marco Gallorini, «studi scientifici hanno dimostrato quanto sia deleterio il messaggio che arriva da questi “spettacoli” soprattuttoai bambini che assistono: sopraffazione e mancato rispetto dell’altro, disconoscimento dei messaggi di sofferenza e una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia. Per tutti questi motivi vogliamo rivolgere ai cittadini l’invito a non andare al circo che usa gli animali siano essi terrestri o acquatici e a informarsi bene sui finanziamenti pubblici che ogni circo riceve, spiegando infine ai bambini che quello spettacolo ha un prezzo molto caro per i loro amici animali e che il miglior modo per conoscerli davvero è a casa loro, nel loro ambiente naturale, o nei documentari perché la loro vita è nella Natura, non in una gabbia viaggiante». Le associazioni invitano tutti a firmare la petizione nazionale per un circo senza animali (su www.lav.it) e agli amministratori a impegnarsi per vietare in città le esibizioni dei circhi che ancora li sfruttano