{rokbox title=| Riccardo Fontana :: Vescovo diocesi Cortona-Arezzo-Sansepolcro|}images/stories/vescovo.jpg{/rokbox}«Spetta a noi ricomporre la coesione sociale che sotto i colpi della crisi economica e della mancanza di lavoro sta venendo meno». L’arcivescovo Riccardo Fontana ha ricordato il prodigio di san Donato, capace di ricomporre il calice che si era spezzato. Nell’omelia per la solennità del patrono della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, celebrata nella cattedrale di Arezzo, il presule ha indicato la missione della Chiesa figlia dell’apostolo della Tuscia, ovvero, rimettere assieme i pezzi di una realtà mai come oggi andata in frantumi. «Una festa di famiglia», ha detto Fontana che per la prima volta dal suo ingresso in diocesi ha presieduto le celebrazioni per il patrono. «Donato fu dono di Dio.
La sua realizzazione era donare. Proprio quello che deve fare ogni sacerdote. Siamo un dono che Dio fa al popolo. Guai se dimentichiamo questo. Guai se non stiamo in mezzo alla gente». Fontana ha poi ricordato «le migliaia di sacerdoti che da san Donato in poi hanno servito il popolo aretino».
«Il pensiero più forte – ha detto il presule – va ai presbiteri più anziani, che seguitano ad essere presenti, non abbandonano il popolo. Preti del dono, liberi dal potere e dal denaro».
Poi il pensiero al futuro della chiesa aretina: «Da Sestino a Foiano, dal senese a Monterchi spetta a noi decidere il volto e le prospettive della nostra diocesi. Quale ministero vogliamo proporre al nostro popolo». Fontana ha indicato l’esempio di Donato capace di ridare la vista ai ciechi. «In una realtà accecata dal consumismo, non più in grado di vedere Dio, tocca ai noi far riaprire gli occhi alla nostra gente. È la sfida educativa che la Chiesa italiana ha proposto dall’inizio del millennio. È l’impegno che la nostra diocesi metterà in campo per il rilancio degli oratori».
Ieri sera in occasione del tradizionale gesto di omaggio al patrono che consiste nella donazione del cero votivo da parte del Comune di Arezzo e di tutte le amministrazioni municipali del territorio della diocesi, al quale partecipano anche i musici, gli sbandieratori, i rettori e i figuranti dei quartieri della giostra del saracino, sempre nel duomo aretino, l’arcivescovo Riccardo Fontana ha ricordato «i tanti esempi di volontariato e associazionismo presenti in diocesi. Esempio di donazione agli altri vera eredità del Santo che porta sin dal proprio nome il dono».