E’ del 1955 la consacrazione internazionale ad opera di Billy Wilder di “Quando la moglie è in vacanza”, un testo di George Axelrod che aveva debuttato tre anni prima a Broadway. Considerata un classico della modernità, è una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa middle-class che sembra non avere epoche.
Un testo nato per fustigare i costumi di una certa middle class americana degli anni 50 e che il regista Alessandro D’Alatri ha deciso di portare in Italia e ai giorni nostri. Il gioco in questo modo viene riattualizzato e rivitalizzato, laddove la satira di costume regge benissimo essendo un argomento universale e fuori dal tempo.
La prorompente fisicità di una ragazza, cui presta il volto l’affascinante e vitale Elena Santarelli, entra come un uragano nella banale quotidianità di un maschio irrisolto.
Un Massimo Ghini con l’aria di uno che più che subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’opportunità apparentemente irraggiungibile.
E se la traduzione e l’adattamento teatrale sono stati affidati ad uno specialista come Edoardo Erba, Renato Zero ha creato appositamente le musiche per lo spettacolo che il regista Alessandro D’Alatri farà rivivere adeguandolo ai nostri riferimenti culturali e dividendone i tempi narrativi: il piano reale e la proiezione delle reciproche insicurezze dei personaggi.
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