C’è di nuovo molto fermento per il progetto di elettrodotto Cavriglia – Monte San Savino proposto da Terna. Come detto più volte, Terna ha pubblicato alcune integrazioni che sono, in realtà, un altro progetto, fornendo una serie di dati che erano stati richiesti sul percorso iniziale e producendo una grande confusione normativa. Comunque con la pubblicazione del 10 luglio 2012 è necessario far arrivare al Ministero dell’Ambiente ai primi di settembre le osservazioni sull’ultimo percorso.
Nel frattempo, per avvalorare le sue tesi, Terna seguita a scrivere trafiletti accattivanti sui giornali con le sue tesi di sempre, che noi contrastiamo da sempre. Cioè, che la provincia di Arezzo avrebbe bisogno di una grande ristrutturazione per mettere in sicurezza le linee elettriche (e perché, allora, solo il tratto Cavriglia – Monte San Savino in 380kV?): per non disperdere l’energia (se ne disperde di più nell’inefficienza delle piccole linee e delle cabine): per risparmiare 7 milioni di euro l’anno (ma il danno all’economia del turismo e all’indotto ammonta a 14 milioni di euro l’anno secondo un nostro approfondito studio) e, perla delle perle, migliora l’ambiente perché vengono demoliti gli elettrodotti esistenti per far posto ad un’unica linea di 80 km. Ma dove? Dove fa danno permanente di 14 milioni di euro. E la cantieristica per andare e venire da ciascun pilone nuovo e vecchio con ruspe, camion e betoniere stravolgerebbe campi e boschi, riconosciuti anche dalla provincia con la carta dei sentieri.
Non ci stancheremo mai di ripetere che non sono queste le ragioni per fare una linea alla tensione di 380 kV dal momento che Terna parla, a livello nazionale, tutto un altro linguaggio di trasporto internazionale da nord Africa a nord Europa, con l’Italia che diventa una zona di transito.
Questo progetto ha solo ottenuto, con le sue numerose varianti, incertezze di percorso, tentativi di accordo, un ansia collettiva fra i cittadini che non capiscono cosa li colpirà e quando. Gli espropriandi del primo percorso non sono stati ancora sottratti al vincolo, mentre quelli dell’ultimo percorso non sanno ancora dove passerà quest’opera e, quindi, il loro destino a livello normativo.
Per questo chiediamo al Ministero dell’Ambiente, a chiare note, di, finalmente, esprimere un parere su questa babele progettuale, con una Valutazione di Impatto Ambientale negativa per iniziare daccapo a valutare tutte le effettive necessità della provincia di Arezzo e tutte le possibili soluzioni che servano veramente alla zona.
Non trascuriamo che la Regione ha ancora espresso parere negativo su tutti i piani annuali di Terna fino al 2012. Facciamo valere questo indirizzo.
Chiediamo ai Comuni che si incontrano in Regione mercoledì 8 agosto di restare uniti contro questo procedimento anomalo, rigettando le mediazioni frustranti chieste da Terna, per arrivare ad un percorso normativo chiaro e condiviso, tenendo presente che i loro cittadini si sono accorti di questo scempio perché fra le firme sulle petizioni e le amicizie su facebook, intorno alle 10.000 persone chiedono di dire la loro e di poter valutare coscientemente.
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