Si è spento questa notte all’ospedale San Donato di Arezzo dove era ricoverato da una decina di giorni Bruno Benigni. Originario di Castiglion Fiorentino dove era nato nel 1932, Bruno Benigni ha ricoperto ruoli di primo piano nella politica sociale e sanitaria locale, regionale e nazionale per oltre quarant’anni. Consigliere e assessore alla sanità della Provincia di Arezzo dal 1970 al 1980, nel 1980 è eletto Consigliere regionale della Toscana nella lista del PCI e svolge il ruolo di presidente della commissione consiliare Sicurezza sociale fino all’ottobre 1983,quando diviene assessore regionale alle attività sanitarie territoriali, alla prevenzione, alla salute mentale, alle dipendenze e alle politiche sociali e sociosanitarie, carica che ricopre fino al 1990.
Nel 1989, per l’attività svolta nelle carceri toscane come Assessore regionale della Toscana, il Ministero di Grazia e Giustizia lo insignisce di Medaglia d’oro alla “Redenzione sociale”.
Dal 1990 al 1994 e coordinatore per la Sanità dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica per il PCI-PDS e, dal 1994 al 2000, e consulente per la sanità della Lega Nazionale delle Autonomie Locali. Un analogo ruolo di consulenza svolge dal 1998 al 2010 per il sindacato Spi Cgil, durante il quale, tra l’altro, contribuisce alla stesura del nuovo modello di assistenza per le cure primarie che conosciamo sotto il nome di Casa della Salute.
Componente del Direttivo nazionale del Forum per la salute in carcere, è stato fondatore e Presidente del Centro “Franco Basaglia” di Arezzo (dal 2001).
Numerosi gli articoli e saggi sulla politica sanitaria e sociale pubblicati in volumi, in riviste nazionali e in giornali quotidiani.
“Una perdita incolmabile, un raro esempio di coerenza e impegno istituzionale e sociale – ricorda oggi Enrico Desideri, commissario della Asl di area vasta. Persona che ho sempre apprezzato, oltre che per il suo impegno nelle politiche sociali e sanitarie e nella lotta contro ogni forma di emarginazione, per la sua semplicità, il suo essere riservato, quasi schivo, capace di esprimersi sempre con toni misurati, ma al tempo stesso fermi e decisi. Un amico e al tempo stesso un maestro con cui ho lavorato fino a pochi giorni fa. Con la sua scomparsa se ne va un pezzo importante di storia della sanità toscana”.
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