Deasung Lee, fotografo koreano nato nel 1975, è il vincitore della quarta edizione del Premio Internazionale Happiness On The Move, organizzato dal festival Cortona On The Move anche quest’anno insieme al Consorzio Vino Chianti. La giuria del premio Happiness On The Move, composta da alcuni dei più grandi photo editor del mondo, ha selezionato il lavoro di Deasung Lee tra i 1600 arrivati dai cinque continenti. Deasung Lee è nato nel 1975 in Korea e vive a Parigi.
La sua produzione è incentrata sulle problematiche dello sviluppo e delle problematiche derivanti dalla globalizzazione. Il lavoro premiato, Futuristic Archaeology, è dedicato alla desertificazione della Mongolia e sarà prodotto ed esposto nell’edizione 2016 di Cortona On The Move.
Deasung Lee sarà premiato sabato 18 luglio a Cortona dal Presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi. Nei giorni di apertura del festival sarà inoltre inaugurataIch bin Waldviertel, il bellissimo lavoro di Carla Kogelman vincitore dell’edizione 2014 del Premio. Il Consorzio Vino Chianti si fa quindi promotore di questa interessante iniziativa facendo da tramite nel raccontare luoghi e persone di ogni parte del mondo. Il mondo del vino che fa cultura passando attraverso l’obiettivo dei tanti fotografi che hanno deciso di partecipare a questo prestigioso premio.
Il Premio Happiness On The Move racconta elementi di contemporaneità e di trasversalità che si amalgamano perfettamente allo stile #chianticool. La nuova era del Chianti, una tra le denominazioni più conosciute al mondo, è iniziata col restyling del marchio con la C che ricorda uno smile, strizzando l’occhio al mondo dei giovani pur restando fedele alla propria storia. Il passo successivo è stato la realizzazione di un sito teso alla comunicazione dei millennials, i giovani della generazione Y; e ora per il secondo anno un premio che svela queste evoluzioni di pensiero nel raccontare lo stile Chianti. In tal senso, il Consorzio si sta impegnando in maniera massiccia nel diffondere la cultura e la storia che stanno dentro e fuori il bicchiere: un territorio e una denominazione che vogliono esprimere qualità e al contempo, emozioni forti e vere.
“Daesung Lee, con un’estetica che fonde elementi di fotografia documentaria con la messa in scena – si legge nelle motivazioni delle giuria – ci offre una rappresentazione molto efficace e originale del reale, e in maniera poetica ci pone di fronte al tema dell’ambiente e della necessità di tutelarlo. Una idea concettuale molto precisa, che permette di fondere una visione del passato con la previsione del futuro, è la forza di questo lavoro. Daesung affronta infatti il tema della precarietà della vita nomade in Mongolia con immagini in cui la bellezza formale attrae impedendo un’immediata lettura del contesto: l’osservatore, ad un primo sguardo, non è in grado di capire il segno di ciò che sta osservando. Eppure è potente e affascina”.
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