A Cortona si volta pagina sulla musica da camera, con un concerto che prevede il Duo per violino e viola N.2 in Si bemolle Maggiore K424 di Wolfgang Amadeus Mozart, seguito da un altro capolavoro cameristico di Johannes Brahms, il Quartetto con Pianoforte in Do Minore Op.60, e infine il Quintetto con Pianoforte in Mi bemolle Maggiore Op.44 di Robert Schumann. Protagonista della serata è un ensemble molto apprezzato sulla scena musicale internazionale, i Zukerman Chamber Players.
Questo gruppo cameristico comprende artisti del calibro del violinista Pinchas Zukerman, ideatore della formazione, Jessica Linnebach, al violino, Jethro Marks alla viola, Amanda Forsyth al violoncello e Angela Cheng al pianoforte. La formazione nasce da un progetto del plurivincitore del “Grammy Award”, Pinchas Zukerman, violinista, direttore d’orchestra oltre che organizzatore. La sua attività ha ispirato numerosi giovani musicisti e, proprio dalla sua attenzione verso la divulgazione della musica fra le giovani generazioni, è nato nel 2002 l’ensemble Zukerman Chamber Players, comprendente giovani talenti. Il primo brano in programma, il Duo per violino e viola N.2 in Si bemolle Maggiore K424 di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguito da Pinchas Zukerman, al violino e da Jethro Marks alla viola, è uno tra i meno noti della produzione cameristica mozartiana. Fu composto nel 1783, durante la sua ultima visita a Salisburgo, epoca a cui risalgono alcuni dei suoi più grandi capolavori come la Messa in Do Minore K472. Si compone di tre movimenti: Adagio- Allegro, Andante cantabile e Andante con variazioni. Nello stile risente molto del concerto per strumento solista e orchestra. Questo Duetto, come anche il K423, fu scritto su incarico e per conto dell’allora Concertmeister presso la corte dell’arcivescovo Colloredo, a Salisburgo, Michael Haydn, fratello di Franz Josef, ormai malato e alla fine della sua carriera. Entrambi i Duetti sono per lo più sconosciuti al grande pubblico musicale, forse anche per le difficoltà che presentano nell’ascolto a causa della scrittura prevalentemente contrappuntistica, tipica dello stile barocco. L’Allegro iniziale, preceduto da una introduzione lenta, è seguito da un secondo movimento molto espressivo che ricorda un’antica danza lenta siciliana, ed infine l’ultimo movimento è un tema con variazioni. Mozart in questo lavoro cercò in tutti i modi di imitare lo stile dell’amico e collega Michael Haydn, sforzo evidente soprattutto nell’uso degli abbellimenti ad imitazione del canto degli uccelli, nell’Allegro iniziale, caratterizzato più degli altri dallo stile imitativo tipicamente barocco. I due strumenti sono messi esattamente sullo stesso piano, la viola non fa da sostegno armonico o accompagnamento al violino, bensì ad entrambi sono affidati numerosi passaggi virtuosistici in un vero e proprio dialogo musicale.Il secondo brano è il Quartetto n.3 in Do Minore Op.60 di Johannes Brahms. Definito l’anti-Wagner e l’anti-Liszt, per il suo rifiuto di far confluire nella musica tutto l’universo artistico, Brahms propugnava una musica pura ma legata alle forme del classicismo ed è proprio in ambito cameristico che trova espressione migliore il suo genio creativo. La composizione del Quartetto n. 3 in Do minore op. 60 fu completata nel 1875 ad Heidelberg, ma la sua stesura era iniziata nel 1856. Spesso Brahms aveva l’abitudine di riprendere e rivedere le sue composizioni per migliorarle, come nel caso di questo quartetto, scritto nella prima versione in un’altra tonalità. Il quartetto, sottotitolato “Werther” in riferimento al romanzo di Goethe, fu fortemente ispirato dall’influenza di Clara Schumann, della quale Brahms era molto innamorato, ma senza speranza di veder coronati i suoi desideri, per la fedeltà che lei aveva giurato al marito defunto, Robert Schumann. Il primo movimento, Allegro, è chiaramente dettato dalla sua passione fatale per Clara; lo Scherzo del secondo movimento risente delle atmosfere proprie delle ballate nordiche e sembra quasi introdurre al lirismo dell’Andante del terzo movimento, un vero e proprio Lied dove la voce umana è sostituita dal violoncello accompagnato dal pianoforte. L’ultimo movimento, il finale Allegro sembra quasi una riflessione del compositore sulla sua vita, molto vicina al destino del “ Giovane Werther “ di Goethe. Il terzo e ultimo brano in programma è il Quintetto con Pianoforte in Mi bemolle Maggiore Op.44 di Robert Schumann. Fu scritto due anni dopo il suo matrimonio con Clara, nel 1842, successivamente alla grande stagione dei Lieder. All’epoca la moglie era uno dei migliori pianisti del momento e molti lavori di Robert furono scritti e concepiti proprio per il talento pianistico di Clara. Combinando gli archi con il pianoforte, in questo quintetto ci sono momenti di dialogo fra i cinque strumenti e momenti concertanti in cui gli archi si contrappongono in modo evidente al pianoforte. E’ con Robert Schumann che il quintetto con pianoforte diventa un genere tipicamente romantico e lui ne è il precursore, seguito successivamente da Brahms, Dvorak, Elgar ed altri. Questo quintetto è in quattro movimenti: Allegro brillante, In modo d’una Marcia-Un poco largamente Scherzo: Molto vivace e Allegro ma non troppo. Questo, insieme al Quartetto op.47, con pianoforte, è considerato la vetta più alta raggiunta da Schumann nella musica cameristica. Una serata quindi da non perdere per il fascino che promette questo concerto nell’esecuzione di un prestigioso e apprezzatissimo ensemble, per un programma quasi insolito nel magico scenario del Teatro Signorelli di Cortona.
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