Piove, come e forse più degli anni scorsi, ma i corsi d’acqua e i canali di bonifica più importanti della Valdichiana stanno assolvendo egregiamente alla loro funzione senza creare disagi ai cittadini. I lavori sulle “seconde categorie” nella Val di Chiana realizzati in questi mesi dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno stanno dando i loro risultati in termini di tenuta, deflusso e contenimento.
Come sottolinea il Presidente del Consorzio, Paolo Tamburini, «in effetti, pur essendo in presenza di grandi quantità di acqua piovana, in questi giorni non c’è stata alcuna esondazione. I lavori, svolti dal Consorzio in sinergia con l’Unione Comuni della Val di Chiana senese ed imprese agricole del territorio, hanno permesso di mettere in sicurezza preventiva questa vallata, riducendo notevolmente il rischio idraulico». “Per chiarezza, trasparenza ed onestà verso i cittadini”, precisa bene il Presidente del Consorzio, ” non significa che se ci trovassimo di fronte a bombe d’acqua di 100/200 millimetri in poche ore, gli interventi manutentivi fatti assicurano da possibili esondazioni, non fosse altro per la mancata capienza del reticolo idraulico stesso.
A spiegare gli interventi è Angela Cardini, ingegnere, tecnico dell’Unione dei Comuni della Val di Chiana senese. «Indubbiamente la risposta del terreno è stata migliore rispetto ad eventi con precipitazioni simili quando c’erano stati allagamenti anche se soltanto in campagna», commenta Cardini. Per quanto riguarda i lavori, si è trattato di interventi importanti per 510mila euro di cui oltre 400mila per la parte del territorio senese e il resto per la sistemazione del Canale Maestro della Chiana nella parte aretina. «Si è trattato – continua l’Ing. Cardini – di lavori funzionali a garantire il deflusso delle acque e consistenti nel taglio delle essenze arboree, lo sfalcio, la pulitura, e manutenzione dei corsi d’acqua oltre che nell’attività di controllo della presenza di animali selvatici, azioni queste che da molti anni non venivano più svolte, tanto che in molti tratti ci siamo trovati di fronte ad una vera “foresta tropicale”, scoprendo opere idrauliche di cui ne ignoravamo anche l’esistenza». Nel dettaglio si è trattato di «quattro importanti lavori , uno fatto in amministrazione diretta, gli altri tre di pulitura degli argini, di risagomatura e ripristino dei canali di bonifica. Sono stati interessati il torrente Salarco e il Salcheto, il Foenna e il Galegno oltre al Canale Maestro della Chiana e l’Allacciante di sinistra».
A spiegare l’importanza dei lavori, anche da un punto di vista ambientale e della sicurezza idraulica, è Lorella Marzilli, ingegnere del Consorzio. «I lavori di manutenzione nel tratto aretino del Canale Maestro della Chiana, che da molti anni non venivano più svolti hanno permesso di rimuovere la presenza di vegetazione arborea che impediva il normale deflusso delle acque. Inoltre la realizzazione di tali lavori, si è resa possibile anche grazie agli introiti derivanti dalla valorizzazione del cippato proveniente dal taglio della vegetazione stessa». Un modo ed un esempio virtuoso, tende a precisare l’Ing. Marzilli, per massimizzare le risorse utili per la manutenzione del reticolo idraulico, e trasformare quello che generalmente è un problema anche di smaltimento, in una risorsa ambientale oltre che economica che permette di produrre energia pulita rinnovabile a Km 0 (zero)”
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