«Il tributo chiesto dal Consorzio è legittimo». È il commento del presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno, Paolo Tamburini, dopo le sentenze favorevoli non soltanto in Commissione Tributaria Regionale (Ctr), ma di recente anche in quella Provinciale. Sono infatti due sentenze della Commissione Tributaria Provinciale che danno ragione al Consorzio di Bonifica. «Con entrambe le sentenze del 10 marzo, i ricorsi, entrambi di due singoli cittadini, uno relativo ai tributi del 2009, l’altro al 2010, sono stati rigettati dalla Commissione», continua Tamburini. In questo caso le spese legali sono state compensate. Ma in due episodi, in Commissione regionale, per la prima volta i ricorrenti sono stati condannati a pagare le spese di processo per 500 euro. Si tratta del caso di ricorsi relativi al tributo 2010 che sono stati dibattuti ad inizio di quest’anno.
Entrambi con esito favorevole al Consorzio. Complessivamente sono 20 i ricorsi che sono stati portati in CTR, tutti per 26mila euro di tributi relativi al 2009, in rappresentanza di 627 consorziati in quanto molti sono raggruppati. Nel corso del 2014 sono stati 15 i ricorsi dibattuti dalla CTR per 431 ricorrenti. Tutti hanno avuto esito positivo per il Consorzio in quanto in tutti i casi è stata rigettata l’istanza di illegittimità del tributo.
Molte di queste sentenze sono già passate in giudicato. Per difendersi, il Consorzio ha dovuto spendere 36mila euro. «Purtroppo spiace constatare come i contribuenti siano vittime di una cattiva informazione, continua e ripetuta. Quando i ricorsi vengono effettivamente discussi, viene sempre legittimata l’immissione del ruolo da parte del Consorzio. E chi non paga si vede arrivare le cartelle di Equitalia come prevede la legge, con i relativi costi aggiuntivi», commenta il presidente Tamburini. «Anche le ultime sentenze della Suprema Corte confermano la piena legittimità di questo tributo».
Inoltre c’è un aspetto non secondario, quello finanziario. Come spiega il direttore generale del Consorzio, Francesco Lisi. «Solo facendo riferimento ai ricorsi sul contributo consortile 2009, il Consorzio ha avuto mancati ricavi per oltre 26mila euro oltre a spese giudiziarie e legali per quasi 36mila euro sostenute dal Consorzio per difendersi. Trattandosi di un Ente pubblico economico, il Consorzio è infatti obbligato a ricorrere fino all’ultimo grado di giudizio e questo ha comportato sul piano finanziario un onere complessivo solo per i 15 ricorsi in CTR del 2014, di 62mila euro e di conseguenza, una riduzione delle attività di cantiere per un importo corrispondente, con grave danno per tutti i cittadini, i contribuenti ed il territorio». Quindi, continua Lisi «A non pagare, purtroppo, si fa danno alla collettività e poi si paga anche con gli interessi. Si arreca un danno a tutti e a sé stessi». E, conclude Tamburini, «Il tributo chiesto dai Consorzi di Bonifica è per svolgere una precisa attività istituzionale che lo Stato e la Regione gli hanno assegnato e non solo è legittimo, ma utile per l’ambiente e la cittadinanza. Viene riversato interamente sul territorio ed è l’unica risorsa con la quale viene garantita e fatta la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua».