{rokbox title=| :: |}images/regolabiomasse.png{/rokbox}Ci preme fare alcune considerazioni in merito al comunicato congiunto di Confindustria, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, CGIL, CISL e UIL (se nazionali, regionali, provinciali o comunali non ci è dato saperlo) in quanto crediamo che anche l’opinione di noi cittadini vada tenuta in debita considerazione. Ci domandiamo quali siano gli interessi che queste associazioni stanno portando avanti.
Contestare un iter autorizzativo, quale quello per gli impianti a biomasse, è assolutamente lecito e noi del “Comitato tutela di Cortona” non abbiamo mai avuto paura di farlo, tant’è che ci siamo fatti carico di presentare un ricorso al TAR contro l’autorizzazione delle centrali di Renaia. Però è da mesi che riportiamo l’opinione dei medici più apprezzati in campo nazionale e internazionale circa l’assurdità di progetti quali quelli di Renaia e Castiglion Fiorentino che prevedono la combustione di elementi organici come soluzione per gli enormi problemi ambientali che vive il nostro territorio. E’ da mesi che sottolineiamo la perdita di posti di lavoro che ci sarebbe nel comparto turistico (e quindi in buona parte di quello commerciale) a seguito dell’apertura di tutti questi impianti a biomassa. E’ da mesi che evidenziamo la perdita del valore degli immobili nei comuni dove si installano impianti di combustione (in quanti vorrebbero avere una casa vista Civitella?). E’ da mesi che aspettiamo risposte documentate su tutti questi punti ma queste risposte non arrivano mai.
Sulla gestione dei rifiuti siamo arrivati perfino all’assurdo: a fronte di una riduzione della produzione c’è chi insiste nel voler triplicare l’attuale capacità di incenerimento della nostra provincia, invece di guardare ad esempi virtuosi di riduzione dei rifiuti, che sono molti. Emblematico è l’esempio della città di San Francisco, metropoli con più del doppio degli abitanti dell’intera Toscana, e pioniera della strategia “Rifiuti zero” (maggiori informazioni su www.sfenvironment.org). Il sindaco locale ha creato un ente amministrativo che da lavoro ad un team preparatissimo composto di 80 persone che si occupa di scoprire le ultime frontiere dell’innovazione ambientale in tema di rifiuti ed energia (senza parlare delle imprese nate per gestire il flusso fisico dei rifiuti da riutilizzare). Parlano di compostaggio, non di incenerimento! Hanno una visione di lungo periodo, non sono costretti ad andare avanti a gestire le continue “emergenze”. Riteniamo assurdo e insensato bruciare il presente di tutti per garantire un futuro a pochi.Una soluzione alternativa c’è già, usiamola.
In Toscana, per rimanere coi piedi per terra, abbiamo l’esempio virtuoso di Capannori (LU), primo comune italiano ad adottare con enorme successo dal punto di vista occupazionale,ambientale ed economico, la strategia rifiuti zero. Le tradizionali parti sociali (vedi elenco qui sopra, con l’aggiunta di tutti i partiti politici tranne uno) dovrebbero guardare a queste situazioni e prendere esempio. Prima di voler aprire degli impianti di incenerimento come a Castiglion Fiorentino dovrebbero documentarsi sugli effetti. Esistono sofisticatissimi strumenti per la previsione degli impatti ambientali che servono per PREVENIRE la diffusione di patologie connesse all’inquinamento. E’ a causa di comportamenti miopi e ignoranti che esistono le statistiche sull’incremento dei tumori nelle aree inquinate.. ed è chiaro che inserire impianti di combustione aumenti il livello globale di inquinamento.
Chi crede di poter risolvere tutto con la bacchetta magica degli incentivi sta prendendo un clamoroso abbaglio. Credere alle sirene di imprenditori (spesso indegni di tale titolo) con l’acqua alla gola che promettono di risolvere la grave situazione economica costruendo inceneritori e campi da golf è nella migliore delle ipotesi un atto di superficialità. Finti investimenti fatti con i soldi di tanti cittadini, fino ad oggi, ignari. Finti investimenti dove si promettono centinaia di posti di lavoro … come fece nel ’94 quel tale che andava in giro promettendo un milione (sigh!) di posti di lavoro. Ora la supposta “alternativa” al signore di cui sopra sta facendo lo stesso gioco. Vogliono deviare l’attenzione dalla mancanza di un piano industriale e vogliono ridurre l’amministrazione del territorio ad un ipotetico referendum “disoccupazione o biomasse”? Noi non ci stiamo.
Noi cittadini comuni, che ci esponiamo in prima persona per difendere i nostri diritti in termini di salute e occupazione, crediamo (corroborando sempre le nostre parole con esempi tangibili) che questo tipo di speculazioni non abbiano nulla a che vedere con l’innovazione e lo sviluppo, tutt’altro. Ci siamo anche detti favorevoli all’uso di biomasse, a patto che il loro utilizzo comporti dei benefici netti dimostrati in termini di riduzione di inquinanti e incremento occupazionale.
L’appellarsi continuo alle leggi, scritte spesso ad uso e consumo degli affaristi di cui sopra, alle norme e alle procedure non è che la tenue difesa di un ubriaco che si regge ad un lampione e non fa che mettere in evidenza la pochezza degli argomenti di chi vuole incenerire sempre e comunque (ma a patto che rimangano gli incentivi pubblici). Quando le “parti sociali” hanno avuto l’opportunità di fare un confronto aperto e civile in pubblico si sono ritirate in blocco (ci riferiamo alle defezioni per la trasmissione TV “Caffè bollente” del 18 novembre scorso). Come sempre noi cittadini ci rendiamo disponibili con chiunque, ivi comprese le parti sociali di cui sopra, per un confronto pacato, privo di ipocrisie, documentato e non demagogico.
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