Con l’ultimo quantitativo di moduli di raccolta firme dei referendum sull’acqua pubblica inviati stamattina a Roma per la consegna in Corte di Cassazione si è conclusa la campagna referendaria in provincia di Arezzo. Il risultato definitivo è assolutamente straordinario; il totale delle firme raccolte dal comitato referendario provinciale è stato pari a 20.564 di cui 18.838 di residenti nella provincia di Arezzo mentre la restante parte, pari a 1.726, di residenti fuori provincia. La percentuale dei firmatari residenti nella provincia di Arezzo è pari ad oltre il 7% dell’elettorato attivo a cui va sommato il dato degli aretini che hanno firmato fuori provincia. In sostanza si può ragionevolmente stimare che poco meno dell’8% di tutti i cittadini aretini abbia firmato – in provincia di Arezzo o fuori provincia – i referendum dell’acqua pubblica. Una percentuale record in Italia e probabilmente record anche nella storia di tutti i referendum. Tanto per dare un’idea se tutti i cittadini italiani avessero firmato con la stessa intensità di quelli aretini il totale delle firme in Italia sarebbe stato non di 1 milione (cifra effettivamente raggiunta e superata) ma addirittura pari a 3,7 milioni.
E’ facile rilevare come i record negativi aretini nel servizio idrico privatizzato (tariffe più alte d’Italia, investimenti fra i più bassi d’Italia) abbiano contribuito fortemente nel successo della campagna referendaria: un’autentica mobilitazione di cittadini che hanno voluto dire basta – proprio sulla base della loro esperienza vissuta – alla gestione privata dell’acqua.
E la percezione che si è avuta ai banchini è quella di un comune sentire da parte della cittadinanza: l’acqua e la sua gestione non possono e non devono essere privatizzati. Ciò indipendentemente dal numero delle firme raccolte che è stato di oltre 20.000 firme e non di dieci volte tanto solo perché il numero dei cittadini che è stato possibile intercettare ai banchini è stato solo una piccola percentuale del totale della cittadinanza. Ciò però fa molto ben sperare per il raggiungimento del quorum del 50% + 1 quando, nella prossima primavera, i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimersi sui referendum.
Insomma per le centinaia di attivisti del comitato referendario provinciale che in modo assolutamente volontario si sono autoorganizzati per la raccolta delle firme ci sono motivi per essere soddisfatti e per ritenere di avere impiegato bene il tanto tempo dedicato a questa causa. Infatti la macchina autoorganizzatasi è stata imponente: solo per scrivere i dati dei firmatari nei moduli (nome e cognome, data di nascita, luogo di nascita ed estremi di un documento di riconoscimento) per un totale di 61.692 volte (20.564 sottoscrittori ripetuti per i tre referendum) si calcola che sono state impiegate circa 1.100 ore di lavoro. Tanto per dare un’idea è come se una persona, per tutti i giorni festivi compresi della campagna referendaria (dal 24 aprile al 3 luglio) dalle ore 08,00 di mattina fino alle ore 24.00 di notte, avesse effettuato questo lavoro senza soluzione di continuità. E poi ci sono state le autenticazioni dei 1.950 moduli, le 1.000 richieste dei certificati elettorali a circa 500 comuni diversi, l’infinito e complicato lavoro di accoppiamento dei certificati elettorali ai relativi moduli. Un lavoro complesso di per se e reso enorme dalla grande mole dei dati da trattare che si è comunque concluso molto positivamente poiché ben il 91% delle firme raccolte è stato corredato di tutta la documentazione richiesta dalla legge. Ciò è stato possibile anche grazie alla grande disponibilità degli uffici elettorali dei comuni della provincia di Arezzo; in particolare un ringraziamento va fatto agli addetti dell’ufficio elettorale del comune di Arezzo che in meno di due mesi hanno dovuto certificare l’iscrizione nelle liste elettorali di quasi 22.000 aretini (7.252 per ciascun referendum).
Infine vale la pena osservare le dinamiche dei sottoscrittori della provincia suddividendoli per comune di residenza. Ebbene il dato più eclatante è quello del comune di Arezzo che con 7.252 firme ed una percentuale pari al 10,5% dell’elettorato attivo si colloca ai primi posti nell’ambito provinciale. Ottimi risultati anche per i comuni della valtiberina come Anghiari (791 firme e 18%) Pieve Santo Stefano (545 firme e 23%) Caprese Michelangelo (251 firme e 21%) e del casentino come Montemignaio (121 firme e 27%) Chitignano (109 firme e 16%), Talla (135 firme e 16%) Ortignano (102 firme e 15%), Castel Focognano (308 firme e 13%) Pratovecchio (271 firme e 12%) Subbiano (494 firme e 12%). Per aree geografiche oltre la città di Arezzo molto bene va la Valtiberina con il 12,4% e il casentino con il 9,2%; invece percentuali più basse in Valdichiana (4,2%) e in Valdarno (5,2%). Va considerato comunque che il dato è fortemente influenzato dal numero dei banchini che gli attivisti sono stati in grado di mettere in piedi nelle varie zone della provincia (numerosi ad Arezzo in Valtiberina e in Casentino, in minore misura in valdichiana e nel valdarno). La tabella allegata esplicita in dettaglio i numeri. L’ultima colonna stima il dato complessivo della percentuale dei sottoscrittori residenti nel comune considerando anche quelli che hanno firmato fuori dalla nostra provincia; per chiarezza si esplicita che nella tabella l’incidenza di quest’ultima tipologia di sottoscrittori è stata stimata analoga a quella dei cittadini fuori provincia che hanno firmato nei banchini attivati all’interno della provincia.
Naturalmente la conclusione della campagna di raccolta firme è solo un punto di partenza del Comitato Referendario provinciale. L’attività di sensibilizzazione e varie iniziative informative continueranno ininterrottamente fino alla data di svolgimento dei referendum con l’entusiasmo del successo avuto sinora e con la convinzione di rappresentare il volere di una larghissima maggioranza di cittadini.
Michele Lupetti Colui che nel lontano 2006 ideò tutto questo. Fondatore e proprietario di ValdichianaOggi, dopo gli inizi col blog "Il Pollo della Valdichiana". Oltre a dispensare opinioni sulle cose locali è Beatlesiano da sempre (corrente-Paul Mc Cartney), coltiva strane passioni cinematografiche e musicali mescolando Hitchcock con La Corazzata Potemkin, Nadav Guedj con i Kraftwerk. I suoi veri eroi, però, sono Franco Gasparri, Tomas Milian, Maurizio Merli, Umberto Lenzi... volti di un'epoca in cui sarebbe stato decisamente più di moda: gli anni '70