Sabato 23 novembre, presso l’Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale San Donato di Arezzo, alla presenza del Direttore generale della USL8 Dott. Enrico Desideri, dei Presidenti dei Club dell’Area Etruria nonché del PDG Franco Angotti e degli Assistenti del Governatore Mauro Forzoni (in carica) e Francesco Branciaroli (in carica nella precedente annata), si è tenuta la cerimonia di consegna di due importanti ed innovative apparecchiature per la cura dei neonati colpiti da asfissia neonatale e da conseguente encefalopatia ipossico-ischemica.
L’asfissia neonatale è una grave evenienza che si può verificare prima, durante o dopo la nascita, prevalentemente nel neonato a termine, come conseguenza di una ridotta ossigenazione tissutale, ad esempio da distacco di placenta, compressione del cordone ombelicale, ecc. L’asfissia neonatale può colpire circa 2-8 per 1000 nati vivi ed è responsabile della encefalopatia ipossico-ischemica, gravata da una mortalità compresa tra il 10 e il 60%; il 25% dei sopravvissuti sviluppa comunque anomalie neurologiche anche molto gravi, come la paralisi cerebrale.
Il progetto promosso dai Club dell’Area Etruria ha quindi perseguito l’obietivo di migliorare la salute di tali neonati con un approccio terapeutico innovativo che permette, attraverso l’ipotermia (detta baby cooling), di limitare le gravi conseguenze dell’ipossia perinatale con un effetto favorevole sugli esiti a breve (mortalità) e a distanza (paralisi cerebrale). Nonostante i progressi della ricerca scientifica e in particolare della rianimazione neonatale, sino all’adozione del baby-cooling infatti non esistevano terapie in grado di prevenire o limitare il danno cerebrale.
Fino ad oggi i bambini nati ad Arezzo e provincia con questo problema dovevano essere trasferiti a Siena con una evidente ‘perdita’ di tempo e aumento di rischio permanente: Per essere efficace, infatti, il trattamento in ipotermia deve essere avviato entro le prime sei ore di vita del bambino, cosa che richiede un coordinamento ottimale tra centri nascita, servizio di trasporto neonatale e centro di terapia intensiva neonatale. Ecco il perché di una scelta che, oltre ad aver arricchito la dotazione strumentale di uno dei centri ospedalieri più importanti della Toscana, sarà in grado di salvare la vita, o comunque di limitare la percentuale di danni permanenti, di un numero di neonati particolarmente rilevante.
Il progetto ha avuto un esito favorevole grazie all’impegno e alla partecipazione dei sei club Rotary dell’Area Etruria che, attraverso il programma di supporto internazionale denominato “Global Grant”, sono riusciti a donare all’Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale San Donato di Arezzo due apparecchiature specialistiche per il trattamento in ipotermia; in particolare un lettino speciale che riduce la temperatura corporea al di sotto dei valori normali, ed un elettroencefalografo per il monitoraggio continuo dell’attività cerebrale neonatale, indispensabile apparecchiatura per il controllo dei neonati sottoposti all’ipotermia.
Si tratta di un progetto che ha dimostrato ancora una volta la grande forza propulsiva a vocazione internazionale del Rotary e dei membri che ne fanno parte; una organizzazione capace, come in questo caso, di attrarre risorse finanziarie per 51. 948 USD a vantaggio di tutta la comunità locale.
Al finanziamento del progetto hanno infatti partecipato:
– per 10.970 USD tutti i club rotary dell’Area Etruria, e cioè Arezzo, Arezzo est, Cortona-Valdichiana (host sponsor) Casentino, Sansepolcro e Valdarno.
– per 5.000 USD il rotary club Mumbai Versova (international sponsor – Distretto 3140 – India).
– Per 35.978 USD il Distretto 2070, il Distretto 3140 e la Rotary Foundation.