Sono sei gli imprenditori della provincia di Arezzo che domenica prossima (29 marzo 2015) nel Salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze saranno insigniti del prestigioso Premio Mercurio, istituito da 50&Più Toscana, l’associazione degli anziani del sistema Confcommercio, come onorificenza ai Maestri del Commercio delle dieci province della regione. Antonio Mantovani, Lea Giovannini, Roberto Dini, Ettore Fieri, Angiolo Mafucci e Agostina Peruzzi riceveranno il premio insieme ad altri 48 colleghi provenienti da tutte le province toscane, di fronte alle massime autorità istituzionali toscane, a partire dal governatore Enrico Rossi. A festeggiarli ci saranno anche la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini e il direttore Franco Marinoni, insieme ovviamente ai presidenti di 50&Più nazionale Renato Borghi e regionale Antonio Fanucchi.
I sei imprenditori aretini dei settori commercio, turismo e servizi, tutti molto noti nelle loro comunità, porteranno in alto la bandiera di Arezzo e delle sue vallate. Sono già stati insigniti negli scorsi anni delle Aquile di diamante, d’oro e d’argento, a riconoscimento dei loro 50, 40 o 25 anni di attività nei settori commercio, turismo e servizi. Traguardi importanti di una vita fatta di lavoro, ma anche e soprattutto di rapporti umani, che nel tempo hanno trasformato i loro negozi in punti di riferimento importanti per le comunità.
L’azienda di Antonio Mantovani, padre del presidente provinciale di Federmoda Confcommercio Paolo Mantovani, per esempio, è attiva in Valdarno da oltre 65 anni. Il primo negozio di famiglia, specializzato in biancheria, intimo e tessuti per la casa, fu aperto a San Giovanni Valdarno nei primi anni ’50. Fu Antonio ad introdurre le prime storiche case di confezioni per uomo e donna. Oggi il marchio Mantovani, portato avanti dai figli di Antonio, si è ricavato un posto di prestigio nel settore della moda nazionale.
Lea Giovannini è una bella signora di oltre 80 anni, che ancora oggi a Pratovecchio gestisce insieme alla figlia il negozio di abbigliamento “Alice & Lea”. Iniziò a lavorare come sarta, poi nel 1962 decise di rilevare la licenza di un anziano commerciante, ampliandone l’attività e trasferendola nella piazza centrale del paese. Nel 1981 l’acquisto del negozio, poi l’ingresso della figlia Alice e il proseguimento di una storia di sacrifici e soddisfazioni che continua con successo.
Roberto Dini dal 1969 è titolare insieme alla moglie Maria di una nota pizzeria di Capolona. Dopo 46 anni di lavoro, Roberto è ancora ben saldo al suo “posto di combattimento” quotidiano, di fronte al forno a legna per sfornare pizze e altri manicaretti per i suoi clienti affezionati, che ora arrivano da tutta la provincia e lo considerano ormai uno di famiglia.
Ettore Fieri gestisce a Sansepolcro l’impresa di onoranze funebri aperta verso la fine della Prima Guerra Mondiale dal nonno, che si chiamava Ettore come lui. Il nonno, insignito della Croce di Cavaliere di Vittorio Veneto, morì nel 1968 lasciando l’attività ai figli Bruno e Alfredo, padre di Ettore. Ettore subentra loro molto presto, nei primi anni 70, ampliando e innovando l’azienda. Oggi insieme a lui lavorano il figlio Matteo e due validi collaboratori.
Angiolo Mafucci, classe 1936, lavora da oltre 50 anni. Ad Anghiari, “Angiolino” è un personaggio notissimo e amato. Ha iniziato come contoterzista, poi come agente rappresentante del consorzio agrario di Arezzo, infine, dal 1990, è diventato titolare insieme al figlio Giacomo di una rivendita di macchine agricole.
Agostina Peruzzi, classe 1939, è titolare di una famosa macelleria di Castiglion Fiorentino, dove lavora da ben 55 anni. È la macelleria più antica del paese: l’aveva aperta suo suocero nel 1920. Agostina la rilevò giovanissima insieme al marito Adelchi. Ancora oggi l’attività è nota come “Dal Delchi” e chi vi si affaccia può ancora vedere Agostina dietro al bancone, insieme al figlio Pietro.
Antonio, Lea, Roberto, Ettore, Angiolo e Agostina: sei storie semplici eppure ricche di vita. Le vicende delle loro imprese si sono mescolate spesso con quelle della propria famiglia e della propria città. Per loro il lavoro è sempre stata una passione che andava oltre al dovere. E forse è proprio questo il segreto della loro longevità professionale ma anche della loro “eterna giovinezza”. Perché essere ottimisti, curiosi e sempre a contatto con il pubblico può dare una carica in più anche nei momenti difficili.