Iniziano gli incontri istituzionali e con i cittadini per la illustrazione e la discussione dei risultati dello Studio sulla salute delle Popolazioni nei Comuni di Civitella della Chiana ed Arezzo, in relazione all’esposizione a fattori di inquinamento ambientale. A metà luglio ebbe luogo la presentazione tecnica da parte degli esperti alla Asl, ai sindaci e successivamente in un incontro, anche al comitati dei cittadini.
Poi la pubblicazione on line sul sito della Provincia e della Asl da inizio agosto delle 26 schede relative ai 7 studi specifici.
Ora, come già annunciato, si procede ad una presentazione mirata sia ai livelli istituzionali che alle popolazioni in assemblee pubbliche.
Si inizia giovedì 5 settembre, alle ore 17,30, nella Sala dei Grandi del palazzo della Provincia. Qui sono convocati i consiglieri provinciali e quelli comunali di Arezzo e Civitella della Chiana.
Poi alle 20,30 assemblea pubblica presso il palazzo comunale a Badia al Pino per la popolazione di Civitella.
In queste ore si stanno fissando date e luoghi per le altre due assemblee previste con le popolazioni di San Zeno e Quarata.
IL PERCORSO DI QUESTO STUDIO
Alla realizzazione dello studio hanno lavorato esperti in materie assai diverse fra loro, che hanno eseguito ed elaborato i dati raccolti, grazie anche alla collaborazione diretta dei cittadini, dei medici di medicina generale e delle aziende. Un lavoro capillare e di grande sostanza eseguito dal Dipartimento Prevenzione della Asl8 di Arezzo, dall’Agenzia Regionale Sanità, dall’Ispo (Istituto Studio Prevenzione Oncologica), dal Laboratorio Sanità Pubblica della Asl 7 di Siena, dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, e dal Dipartimento scienze ambientali dell’Università di Siena.
Lo studio ha preso origine da elementi di preoccupazione riconducibiliad un possibile inquinamento ambientale originato dalle attività della Chimet e dalla segnalazione di un picco di leucemie nei primi anni 2000.
L’obiettivo era di verificare l’esposizione a metalli pesanti, caratteristici delle lavorazioni orafe ed incenerimento rifiuti, dei residenti delle 3 frazioni del Comune di Civitella più prossime all’impianto e la distribuzione delle leucemie ed altre patologie neoplastiche nello stesso territorio, correlabili al modello diffusionale di ricaduta degli inquinanti.
Alle indagini sulla popolazione è stato affiancato uno studio di esposizione dei lavoratori del comparto dell’affinazione metalli riferito a 7 aziende.
Nell’area di Civitella, per la quale era disponibile un modello diffusionale della ditta Chimet e di altre fonti emissive locali, sono stati valutati in maniera comparata i risultati del biomonitoraggio (esposizione/effetto ed accumulo) di metalli pesanti su vegetali ed animali con i risultati del monitoraggio biologico umano.
E’ stata osservata una “correlazione positiva” tra i livelli di argento e mercurio accumulati negli organismi e la distanza dal complesso industriale Chimet; per il biomonitoraggio umano l’esposizione a questi stessi metalli risulta significativa, ma non correlabile con i valori di diffusione degli inquinanti, ricostruiti con le mappe diffusionali disponibili.
Da osservare che significativi livelli di esposizione a mercurio ed argento sono stati evidenziati anche nella popolazione residente nell’area urbana di Arezzo.
Il cadmio, considerato metallo tracciante per l’industria orafa, per il monitoraggio biologico umano ha mostrato livelli più elevati a Civitella rispetto ai gruppi di controllo.
I test sul danno genetico degli organismi animali non hanno rilevano alterazioni in nessuna delle stazioni di campionamento.
La distribuzione negli anni dei casi di leucemia e delle altre patologie neoplastiche accertati potenzialmente ambiente-correlate, non evidenziano rapporti con i livelli di esposizione agli inquinanti individuati dalle mappe diffusionali delle principali fonti emissive dell’area di Civitella.
Considerando gli indicatori di salute, nel comune di Civitella i livelli di mortalità del periodo più recente (2004-2009) per tutti i tumori e per le singole sedi tumorali sono in linea con quelli di riferimento regionali, sia nei maschi che nelle femmine. Valori elevati, come oramai noto per questa provincia, si registrano per il tumore dello stomaco. Alcune criticità, come la mortalità per leucemie registrati negli anni passati, appaiono in attenuazione e ridimensionamento, ma meritano un monitoraggio epidemiologico costante. L’andamento temporale dei picchi di casi di leucemia, non appaiono correlabili con la presenza degli insediamenti produttivi (un picco era già presente nel periodo 1971/74) e con il modello diffusionale degli inquinanti.
A scopo conoscitivo nell’area di Civitella sono stati analizzati alcuni campioni di miele e di latte prodotti nella zona, per la ricerca di metalli pesanti: l’indagine ha evidenziato la presenza di tracce di nichel in alcuni campioni di miele e l’assenza di altri contaminanti nel miele stesso e nel latte.
Per quanto riguarda, infine, la valutazione dell’esposizione dei lavoratori, non sono stati rilevati valori elevati né differenze significative tra la Chimet e le altre ditte del comparto; si rileva la presenza di alcuni metalli considerati cancerogeni (arsenico, berillio, cadmio) per i quali, come per le altre sostanze chimiche, si rende necessario proseguire il monitoraggio periodico da parte delle aziende con la collaborazione dei medici competenti.
LA VALIDAZIONE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
L’Istituto Superiore di Sanità, in relazioni a questi studi, ha dichiarato che “le fasi di definizione dei campioni, acquisizione delle informazioni, elaborazione dei dati e interpretazione dei risultati appaiono valide e non affette da errori sistematici. Nello studio di monitoraggio biologico sulle urine della popolazione di Civitella anche l’errore casuale – commenta l’I.S.S. – è controllato grazie all’acquisizione di una numerosità appropriata di soggetti che assicura una adeguata potenza statistica. I criteri di esclusione/inclusione sono coerenti con le esposizioni attese e i fattori confondenti sono adeguatamente considerati nel questionario somministrato. I metodi analitici sono stati sottoposti a controlli di qualità interni e esterni. In conclusione – si legge ancora nella nota dell’I.S.S. – la campagna di biomonitoraggio è stata condotta con coerenza e qualità adeguate agli obiettivi prefissati. Inconclusivi, invece, i risultati dello studio sui capelli: ma gli stessi autori delimitano la potenza di questa indagine che, per le modalità con le quali l’hanno potuta effettuare, viene anche da essi considerata uno studio pilota e esplorativo, separato dal corpus della campagna di biomonitoraggio.”
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