Sabato 25 alle ore 16.30 in biblioteca si terrà il quarto appuntamento della serie di iniziative dedicate alla donna. L’incontro, condotto dalla dottoressa Laura Occhini, docente di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia del Lavoro presso l’Università di Siena, e dalla dottoressa Maria Grazia Pinciani, psicologa, tratterà principalmente il tema della distorsione del linguaggio.
Il linguaggio esprime la nostra rappresentazione della realtà: la scelta delle parole con cui esprimiamo un concetto definisce esattamente come ci rapportiamo ad esso. Una semplice parola, seppur neutra, in base al contesto in cui è inserita può sminuire, ferire o denigrare la persona cui è rivolta. Tale meccanismo può essere consapevole o piuttosto interiorizzato, frutto di apprendimenti sedimentati sui quali non si riflette e che si danno per scontati. Il linguaggio che si usa per rappresentare la parte femminile è emblematico in tal senso.
Dice l’assessore alle Pari Opportunità Elena Micheli: “Se partiamo dall’assunto che il linguaggio è il modo in cui rappresentiamo la realtà, si capisce anche come Cecilia Robustelli in un’intervista del 2008 abbia potuto affermare “Ciò che non si dice non esiste”. Potrebbe anche sembrare che non nominare il femminile declinandolo nelle sue totali potenzialità risponda alla precisa volontà di sminuire il ruolo della donna; se anche così non fosse, al giorno d’oggi non si può ignorare ogni carenza in tal senso. La maggiore consapevolezza di sé, la possibilità di raggiungere livelli d’istruzione elevati, l’accesso a posizioni e carriere di rilievo, la partecipazione sempre più attiva alla vita civile ha permesso alle donne di raggiungere traguardi importanti nella parità dei diritti, parità che è ancora ignorata dalla lingua che le stesse donne parlano. La conflittualità tra i generi non ha più ragione di esistere in questo nostro mondo globalizzato e multiculturale in cui il rispetto, l’accettazione e la valorizzazione delle diversità diventano fondamentali per il raggiungimento di una pacificazione globale. L’indifferenza nella quale si consuma ogni forma di discriminazione è il nemico più pericoloso e subdolo dell’umanità.”