Nell’ambito delle iniziative di BiblioAgorà organizzate dalla Biblioteca Comunale di Foiano della Chiana, Paola Pomeranzi parla del suo ultimo libro “Penne sapienti”. La presentazione è completata da alcuni assaggi offerti dall’Autrice preparati secondo le ricette contenute nel libro.
Dopo le pubblicazioni Ricordi da mangiare, Conserve memorabili, Raccontare di gusto, questo nuovo contributo di Paola Pomeranzi sui piaceri della tavola varca i confini della Provincia per attingere alle risorse della Toscana e di altre regioni della Penisola. La novità più evidente è la traduzione inglese delle ricette e di alcuni racconti brevi che rispecchia il nuovo orizzonte familiare dell’Autrice, dovuti ai matrimoni cosmopoliti delle due figlie. Un’aria internazionale si respira anche in quei testi narrativi che fanno da supporto alle ricette: si tratta, comunque, di un cosmopolitismo per così dire casalingo, dovuto alle vicissitudini belliche del padre Mario, durante la II guerra mondiale, ed alla visita prolungata dei parenti emigrati in Argentina.
Lo spazio vitale dell’Autrice da bambina si esaurisce tutto nei trecento metri di Via Vittorio Veneto che vanno dal Pino al bar Bernardini: un percorso breve, ma vissuto con intensità di affetti e di emozioni. Ed è proprio il ricordo, intimamente vissuto, l’elemento costante, il collante che tiene insieme i membri sparsi del volume e sul quale l’Autrice si ferma a riflettere.
Il libro è corredato da un’iconografia d’autore, Furio del Furia, fotografo attivo nei primi trent’anni del secolo scorso, le cui immagini sono state gentilmente messe a disposizione dal Comune di Foiano della Chiana.
Laureata a Firenze in materie Letterarie ed insegnante delle scuole superiori in riposo, Paola Pomeranzi è nata a Marciano della Chiana ma ha vissuto la sua infanzia e fino all’età adulta ad Arezzo. Dopo il matrimonio si è trasferita a Firenze, dove tutt’oggi risiede.
Non ha mai perso i contatti con la sua terra d’origine ed ha sempre pensato che occuparsi del cibo sia una cosa nobile e che si possa far cultura anche preparando da mangiare se si colloca il cibo in un contesto adeguato.
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