Come è noto mercoledì 3 luglio la Corte Costituzionale, giudicando “infondate” le questioni sollevate da alcuni tribunali d’Italia, tra cui Montepulciano, ha dichiarato ammissibile la riforma della geografia giudiziaria varata dal Governo Monti.
Il pronunciamento della Consulta segna in maniera definitiva il destino del Tribunale di Montepulciano che, dunque, il 13 settembre cesserà la sua attività.
Il Sindaco Andrea Rossi, che insieme alla sua Giunta ha dedicato quasi due anni di costante impegno a difesa della presenza sul territorio di questo servizio, appare fortemente contrariato.
“La notizia della decisione della Corte Costituzionale giunge quasi in contemporanea con la richiesta del Presidente del Tribunale di Siena di prorogare i tempi del trasferimento nel capoluogo delle attività di giustizia finora svolte a Montepulciano. E’ l’ennesima conferma dell’impraticabilità, dell’inutilità e della dannosità di questa presunta riforma. Ribadisco che non solo non si raggiungeranno gli obiettivi di contenimento della spesa e di maggiore efficienza della giustizia ma si otterranno anzi risultati ben peggiori”.
“Dati alla mano – incalza Rossi – sappiamo che il trasferimento a Siena del Tribunale di Montepulciano avrà un costo, a regime, di circa 800.000 Euro all’anno contro i circa 200.000 che aveva nel nostro comune: dunque un incremento iperbolico della spesa che graverà sul bilancio pubblico e quindi sui cittadini. Quanto al funzionamento della macchina giudiziaria, basti ricordare che a Montepulciano mai nessun procedimento penale è finito in prescrizione per scadenza dei termini”.
“Prendiamo atto del pronunciamento della Consulta e ci comporteremo di conseguenza: dal 13 settembre saranno disdette tutte le convenzioni che garantivano la funzionalità piena del Tribunale e le relative utenze. Le relative risorse – che finora aveva garantito risposte in tempi certi, sicurezza, servizi ed indotto – saranno impiegate in altri progetti per la crescita e lo sviluppo del territorio. Cercheremo di rientrare in pieno possesso il prima possibile dello storico palazzo ex-Magnanet e lo destineremo ad altre attività. Non saremo disponibili ad accollarci costi accessori, anche se il Ministero di Grazia e Giustizia concederà la proroga richiesta da Siena perché la vera attività giudiziaria si svolgerà altrove”.
“Questo sul piano pratico” afferma Rossi. “Ma sul piano politico e procedurale non comprendo la presa di posizione del Presidente del repubblica che, intervenendo su un argomento di competenza del Governo e del Parlamento, proprio in un momento in cui le forze politiche stavano ragionando sulla revisione della geografia giudiziaria, ha troncato il dibattito, avocandosi una competenza che non è la sua. Ci sono atti ufficiali delle Commissioni Parlamentari che, tenendo conto delle esigenze dei territori, si orientavano verso la trasformazione dei 27 Tribunali minori in sedi distaccate, non interrompendo drammaticamente l’attività. Al Capo dello Stato riconosciamo importantissimi ruoli di garanzia e rappresentatività dello Stato ma le scelte si compiono in altri luoghi, su mandato dei cittadini”.
“Chiedo un atto di coraggio e responsabilità al Governo, affinché si riappropri della propria autonomia e delle proprie competenze, senza rimanere succube di altri poteri e decida per una sospensione della riforma Monti a fronte di un progetto vero di riorganizzazione dell’ordinamento giudiziario”.
“Riprendendo un’amara battuta – conclude il Sindaco di Montepulciano – si potrebbe dire che l’operazione è riuscita e il paziente è morto. Ma ancora una volta il paziente è il cittadino!”.
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