{rokbox title=| :: P|}images/montecchiovesponi.jpg{/rokbox}Si è conclusa nel mese di maggio la seconda campagna di scavo archeologico presso la Cittadella della Sicurezza di Montecchio Vesponi, interamente finanziata dal Comune di Castiglion Fiorentino e gestita dall’Istituzione Culturale ed Educativa Castiglionese, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica Toscana. Lo scavo ha interessato un’area, già individuata e parzialmente indagata nel luglio 2009 dalla stessa Soprintendenza Archeologica, sotto la direzione del dott. Luca Fedeli e con la preziosa collaborazione del Gruppo Archeologico della Valdichiana, grazie anche all’interessamento della Fondazione Monnalisa Onlus.
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La campagna di quest’anno era volta a delimitare l’area dove la scorsa estate erano stati rinvenuti numerosissimi frammenti ceramici databili all’età del Bronzo recente e finale. Lo scavo ha consentito di mettere in luce circa 15 metri di un fossato, all’interno del quale giacevano numerosi frammenti ceramici.
Il dott. Luca Fedeli e l’assistente di scavo dott.sa Roberta Iardella sottolineano che le condizioni di conservazione dei frammenti risultano molto precarie, data la presenza di un sottosuolo assai ricco di acque, come testimoniano anche i numerosi canali costruiti in questa zona fino ad epoche recenti.
“Da un primo esame, i reperti sono riferibili alla fase finale dell’età del Bronzo (XI-X sec. a.C.) – precisa Margherita Scarpellini direttore dell’ICEC – La loro parziale ripulitura ha già permesso la ricostruzione di numerosi vasi, alcuni dei quali decorati e di un bellissimo esemplare di fornello. Sebbene i vasi siano molto frammentati, è tuttavia possibile dire con certezza che essi non sono stati trasportati nel fossato dallo scorrimento dell’acqua (i frammenti infatti non presentano tracce di trascinamento), ma vi sono stati gettati, verosimilmente a seguito dell’abbandono o della distruzione di un villaggio capannicolo, che doveva essere situato nelle vicinanze. Il ritrovamento riveste dunque grandissimo interesse trattandosi, ad oggi, della prima testimonianza di una frequentazione della Valdichiana nell’età del Bronzo”
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