L’I.I.S. “G. da Castiglione” in collaborazione con il Comune di Castiglion Fiorentino e con l’I.C.E.C. presenta un’iniziativa per il Giorno della Memoria 2011, dedicata quest’anno ad un segmento poco conosciuto della Shoah. L’iniziativa, che avrà luogo l’11 febbraio 2011 alle 9.15 presso il Teatro comunale, riguarda infatti lo sterminio dei bambini disabili e degli adulti malati di mente.Purificare la razza ariana e quindi creare un popolo dal sangue perfetto: questa la base teorica del cosiddetto “Programma Eutanasia” definito anche, nel gergo burocratico nazista, “Aktion T4”. Esso si avvalse, oltre che dell’efficiente struttura amministrativa dello stato nazista, anche del supporto teorico e pratico della ricerca scientifica e della medicina dell’epoca. Il “darwinismo sociale” riteneva infatti che l’umanità fosse divisa in categorie di individui validi o degenerati (criminali, pazzi ecc.) e in razze diversificate geneticamente e perciò immodificabili. La conseguenza? Purificare la razza ariana eliminandone dalle radici tutti gli individui ritenuti portatori di un qualsiasi “vizio” fisico o mentale. Erano i cosiddetti “Ausmerzen”, le vite cioè definite imperfette, inquinanti la purezza della razza e quindi, “indegne di essere vissute”!Il “Programma eutanasia” iniziò infatti con la sterilizzazione obbligatoria dei malati di mente e con la riduzione del cibo nei luoghi di cura: la terribile crisi economica in atto in Germania funzionava infatti come ottima scusa agli occhi di una popolazione indottrinata e sempre più indifferente. In seguito si procedette all’eutanasia dei bambini grazie ad un ordine esplicito di Hitler che obbligava i medici e le ostetriche a denunciare tutti i nuovi nati e i bambini con meno di tre anni portatori di una qualche forma di handicap. Il programma prevedeva, dopo un finto esame dei moduli, l’uccisione dei piccoli affetti da varie forme di disabilità, effettuata dagli stessi medici delle varie cliniche con un’iniezione mortale, all’insaputa degli stessi genitori. 5000 furono i bambini vittime di questo sterminio che verrà poi esteso ai malati di mente, i cosiddetti “alienati psichici”.La soppressione dei malati adulti venne effettuata prima attraverso l’uso di farmaci, poi con l’applicazione sperimentale, ben prima dell’allestimento dei campi di sterminio, della gassazione attraverso l’impiego del monossido di carbonio.Ben sei strutture manicomiali, inserite pienamente nelle tessuto urbano delle città tedesche, vennero dunque trasformate in appositi centri di sterminio dove, al riparo da alte mura, venivano segretamente inviati tutti i malati selezionati per il cosiddetto “trattamento”. Assieme alle camere a gas vennero attrezzati forni crematori per eliminare qualunque traccia delle vittime le cui famiglie venivano costantemente ingannate con falsi certificati di morte. Il programma, ufficialmente interrotto nell’agosto del 1941 per le proteste di alcuni familiari e di alte personalità religiose, continuerà tuttavia in maniera selvaggia, fino alla fine della guerra. Circa 300 mila le vittime stimate, ma non solo. L’Aktion T4 farà da “scuola” e da modello per il successivo allestimento dei campi di sterminio in Polonia che si avvarranno proprio del contributo tecnico del personale addetto al “Programma Eutanasia”.
Questa in breve la storia: chi vorrà saperne di più avrà modo di farlo in questa giornata di studio che si articolerà in due momenti. Nella prima parte della mattinata verrà ricostruita questa complessa pagina di storia attraverso la messa in scena di uno spettacolo teatrale scritto, diretto e recitato dagli alunni delle classi terze dell’I. I. S.“G. da Castiglione”. Dopo questo primo impatto emotivo, si potrà approfondire le conoscenze grazie alla visione di un video sull’Aktion T4 prodotto dalla scuola e al dibattito che ne seguirà, con la presenza importante della prof.ssa Marta Baiardi, ricercatrice presso l’Istituto Storico della Resistenza di Firenze e trai massimi studiosi italiani della Shoah.Nella seconda parte della mattinata la riflessione si estenderà invece alla storia più recente ed al presente. L’idea è infatti quella di costruire una memoria “viva”, cioè attuale, concreta, non ossificata, che, a partire dal passato, faccia i conti oggi, in modo critico, con quanto resta ancora dei processi di costruzione di categorie sociali escludenti come quella del cosiddetto “deviante”, su cui sono ancora fondate le pratiche di marginalizzazione sociale del malato di mente, ancora largamente diffuse in tutto il mondo. Introduce alla riflessione la visione dello splendido video “Voci” che, attraverso varie testimonianze dei diretti protagonisti, ricostruisce la vicenda che proprio ad Arezzo ha portato negli anni ’70 al superamento in Italia dei manicomi e all’approvazione della 180/78, la cosiddetta Legge Basaglia. Chiude la mattinata il dibattito con il Dr. Cesare Bondioli, medico psichiatra del Centro “Franco Basaglia” di Arezzo. La giornata, con ingresso libero, è aperta a tutti coloro che hanno il desiderio di tornare a riflettere su una vicenda così importante per la storia del nostro paese e della nostra provincia, qual è stata la “rivoluzione basagliana” e sui problemi ancora aperti che riguardano la salute mentale e il diritto alla cura e alla pari dignità di ogni essere umano, come stabilito dai principi della nostra Carta costituzionale.