‘Le ketubbot di Monte San Savino’ a cura di Jack Arbib e Stefania Roncolato in esposizione dal 29 settembre al 7 ottobre 2012 a Monte Santa Maria Tiberina (Pg) nel Palazzo Museo ‘Bourbon del Monte’. I contratti matrimoniali – chiamati in ebraico ketubbot – sono vergati a mano da scribi provetti. Oltre al testo, le pergamene recano di solito sontuose decorazioni, spesso policrome, che riflettono la varietà delle tradizioni ebraiche, dal rigoroso geometrismo del Vicino Oriente fino all’ornato prorompente del barocco italiano.
Proprio le ketubbot italiane sono considerate le più belle, e non di rado s’avventurano nel figurativo, con buona pace del precetto aniconico. Sul Settecento, periodo aureo della ketubbah italiana, si concentra la monografia di Stefania Roncolato dedicata ai contratti matrimoniali provenienti da Monte San Savino, in Toscana, ora conservati in varie collezioni private e musei internazionali. Sono solo sette pezzi, e per di più prodotti in una minuscola comunità, attestata tra il 1627 e il 1799. Ma a dimostrazione che, nel giudaismo, i piccoli gruppi hanno quasi sempre saputo realizzare opere preziose. Le ketubbot di Monte San Savino testimoniano di un mondo appartato ed elegante, tra fidanzati fin troppo baldanzosi – uno si descrive addirittura in panni di re -, doti in moneta sonante,e promesse spose di cui s’indovina il raffinato mondo interiore. Unitamente alla mostra, Jack Arbib sarà il 3 ottobre uno dei relatori del convegno internazionale ospitato nel centro umbro sul tema ‘Memorie e reperti della comunità ebraica a Monte San Savino’. Lo stesso giorno, l’ex archivista del comune savinese Renato Giulietti relazionerà gli astanti sul tema ‘La comunità ebraica di Monte San Savino (secoli XVII-XVIII): il banco, le famiglie, la società e lo sviluppo territoriale delle attività commerciali’.
Claudio Zeni