Lo scultore Massimo Scarfagna presenta per la prima volta, dopo un lavoro durato anni, le sue albero-sculture: 12 olivi centenari morti in Toscana nella gelata dell’85 e recuperati a nuova vita dalla fervente creatività nonché dalla mirabile capacità realizzativa dell’artista. Una personale interpretazione dell’Ultima Cena, installazione monumentale che riporta il legno alla sua valenza di pregiato materiale scultoreo. La mostra Opus Sacrum sottolinea con questo titolo la sacralità di un lavoro lento e meditato che ritrova la spiritualità sia nei grandi miti della storia che nella materia stessa utilizzata dallo scultore: olivo, cipresso, cedro del Libano, essenze dal profondo significato simbolico che trovano in questo lavoro una nuova dimensione contemporanea.
Dopo l’esposizione allestita nella Chiesa di Sant’Agostino a Cortona, tocca ora a Montepulciano ospitare le opere, dal 7 agosto al 18 settembre, negli ampi locali recentemente ristrutturati della Fortezza destinati da quest’anno ad ospitare importanti eventi culturali. A Montepulciano l’esposizione s’inserisce nel contesto in occasione degli eventi Calici di Stelle, Bruscello Poliziano e del Bravio delle Botti.
Work in progress: un albero-scultura in lavorazione sarà sistemato in piazza della Repubblica a Cortona e successivamente nei giardini della Fortezza a Montepulciano: lo scultore proseguirà la lavorazione durante tutta la durata delle esposizioni.
Il catalogo è curato dalla professoressa Anita Valentini che così descrive il lavoro dello Scarfagna:
Il legno naturale, solcato da incisioni profonde e graffiato, ferito da cicatrici, ricco di asperità, di fessurazioni e di nodi, talvolta contrasta cromaticamente e simbolicamente con inclusioni in bronzo, severe, compatte come in Geminazione, dove il caldo ulivo mostra volti maschili e femminili, accompagnati da maschere-umanoidi, ed è scrigno prezioso per un imponente viso di donna in bronzo, il cui corpo, dell’identico metallo, è stato metamorficamente trasformato in corteccia d’albero, facendo di tale figura femminile una Dafne contemporanea. Questa scenica scultura racchiude in sé tutta la poetica e la filosofia di Scarfagna. Su di un ulivo contorto si ergono effigi umane e fantastiche dello stesso legno; tali figure, frammentate, si compongono -o si dissolvono?- sotto l’effetto di venti generatori -o dell’inesorabilità del Tempo?- e la materia si va definendo dinamicamente in immagini, quasi per la forza del vento che piega i secolari ulivi nelle campagne toscane. L’unico sembiante umano saldo, al di là del tempo, è il volto della donna plasmata nel bronzo, antica lega metallica creata dall’uomo e prediletta dagli scultori dell’Età classica. La potenza della Natura ha l’imponenza di un tronco che si forma uscendo dalla terra: in quell’assemblarsi di masse lignee lo scultore interviene con morbidi panneggi e plastici episodi, che rimandano al significato originario e fecondatore di Cibele, la Gran Madre degli Dei. Una divinità che si manifesta armonizzandosi con l’albero che lei ha formato, eternandosi nei piani larghi e lucenti del suo viso”
Note biografiche: Massimo Scarfagna nasce a Ostia Antica. La sua casa è a pochi metri dagli scavi dell’antico porto romano e lui, già da bambino, ama passare le giornate tra le statue della Roma classica, finché inizia egli stesso a scolpire nel tufo piccoli oggetti. Nel 1985 si trasferisce in Toscana, in una grande casa nelle colline tra Montepulciano e Cortona, e qui inizia a sviluppare il suo lavoro scultoreo senza limitazioni o vincoli di nessun genere. Per anni crea sculture in completa autonomia dalle leggi di mercato e dalle tendenze del momento, tenendole orgogliosamente nascoste al mondo: in un isolamento accuratamente ricercato crea una serie di progetti scultorei, fra i quali i più significativi sono quelli relativi alla serie Olivi e a quella intitolata L’Ultima Cena esposti per la prima volta con le mostre di Cortona e Montepulciano.
ORARIO MOSTRA: tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00 Entrata libera/Free Entry