E’ con un ennesimo atto sconsiderato che il Governo Centrale interviene nella vicenda dell’IMU sui terreni agricoli. Il Governo, infatti, ha emanato un decreto che rappresenta una vera e propria batosta per tutti, cittadini, imprenditori agricoli e Amministrazioni Comunali. Con un decreto, datato, 28 novembre 2014 e ad oggi pubblicato solo sul sito del Ministero delle Finanze e non ancora in Gazzetta Ufficiale, viene estesa l’Imu sui terreni agricoli nei comuni fino alla quota di 600 metri sul livello del mare.
Si obbligano i Comuni a applicare l’IMU anche quando fin dall’inizio è stato stabilito che questi territori erano esenti, e si fa ciò, non solo dopo che i bilanci sono stati approvati ma anche quando sono stati licenziati i documenti di assestamento.
Si cambiano le regole a partita finita.
La cosa peggiore sono i criteri con cui viene calcolata la tassa in base all’altitudine, ed il fatto che il nuovo balzello arriva solo adesso, mentre tutti gli enti locali avevano dovuto deliberare le aliquote fiscali entro lo scorso 30 settembre.
In particolare il primo fattore viene considerato un’amara barzelletta: i tecnici romani hanno infatti deciso a tavolino che, ai fini della tassa, l’altitudine di una località viene determinata dal punto in cui ha sede il municipio, che sicuramente non si trova in mezzo a boschi e prati.
Il decreto porta la data del 28 novembre, ossia oltre due mesi dopo la determinazione delle aliquote delle imposte, e rimodula l’esenzione dall’Imu, riducendola ai soli comuni al di sopra dei 601 metri di quota.
Non solo: il versamento deve essere effettuato entro il 16 dicembre ed è anche retroattivo al 2014. Ossia tra meno di due settimane. Un fatto che non ha precedenti e che rappresenta un vero sopruso che nessuna amministrazione può accettare.
L’Amministrazione Comunale ha immediatamente convocato le associazioni di categoria, la riunione si è svolta martedì 2 dicembre, con le quali ha condiviso le preoccupazioni, la rabbia e la frustazione per un atto che rischia di compromettere pesantemente i bilanci dei comuni e quelli dei cittadini che con sacrificio personale si impegnano a mantenere in ordine il territorio.
I contribuenti dovrebbero pagare entro il 16 dicembre e le associazioni di categoria e dovrebbero assisterli, calcolare gli importi e gli Enti Locali dovrebbero essere meri esecutori.
Lo stesso decreto in maniera assolutamente arbitraria definisce cifre ed esezioni sulla base di calcoli non comprensibili e sulla base di atti non ancora pubblicati ufficialmente. A Cortona, ad esempio, viene tolta un cifra pari a 806mila euro, e nessuno è in grado di capire sulla base di quale calcolo, su quali esenzioni e soprattutto questi soldi vengono tolti ora, dopo che è stato regolarmente approvato l’assestamento di Bilancio per il 2014.
La Giunta Comunale di Cortona ha immediatamente approvato un Ordine del Giorno che chiede al Governo di sospendere l’attuazione di questo decreto e di attivare un tavolo di concertazione con gli Enti Locali e le Associazioni di Categoria agricole, Anci e Uncem e di coinvolgere in questa battaglia i Parlamentari aretini, i Consiglieri regionali e le forze politiche