Si è svolta martedì 3 febbraio nella sala Giunta del palazzo Comunale di Cortona una riunione che ha visto la partecipazione di tutti i Sindaci della Valdichiana (Cortona – Castiglion Fiorentino – Marciano della Chiana – Lucignano – Foiano della Chiana – Monte San Savino – Civitella in Valdichiana) assieme ai rappresentanti delle categorie agricole e dei sindacati per affrontare il tema della IMU su terrreni agricoli.
A poco più di un mese e mezzo dal Decreto n. 66 del 28 novembre 2014, in seguito alla protesta di molti Sindaci che invitavano ad una sua modifica, è stato emanato il secondo decreto, in data 23 gennaio, con il quale poco cambia rispetto al primo e comunque rende noi Sindaci della Val di Chiana e molti altri colleghi d’Italia, assolutamente insoddisfatti.
La correzione apportata, relativa al criterio dell’altitudine, che passa da quella della sede comunale a quella della classificazione ISTAT, non produce alcun cambiamento per i territori classificati come pianeggianti, come appunto Civitella, Lucignano, Foiano, Marciano, Monte San Savino o parzialmente montani come Cortona, tanto per rimanere in Val di Chiana.
In tutti quei comuni definiti pianeggianti per la prima volta tutti i proprietari di terreni agricoli, imprenditori o no, dovranno pagare, entro il 10 febbraio, l’IMU ad aliquota base.
Questo decreto con queste caratteristiche è assolutamente iniquo oltre che inopportuno, e riteniamo anche inapplicabile l’introduzione di una nuova forma di tassazione per i comuni fino ad oggi esenti.
E’ sotto gli occhi di tutti la crisi delle aziende, anche di quelle legate al settore agricolo, sia per la congiuntura economica attuale particolarmente difficile, sia per i repentini cambiamenti climatici in corso.
Ricordiamo a tal proposito i gravi problemi registrati nella stagione passata dalla produzione olearia a causa della “mosca dell’olivo” che hanno messo in ginocchio decine di produttori e frantoi.
A tutto questo si deve aggiungere anche il paradosso causato dall’applicazione del decreto: un imprenditore agricolo che ha terreni su due comuni contigui, uno parzialmente montano e l’altro pianeggiante, si troverà nella situazione di dover pagare l’imu su quei terreni ubicati nel comune pianeggiante mentre su quello parzialmente montano continuerà ad essere esente.
Non è forse lo stesso imprenditore con la stessa azienda ?
Altro riflesso negativo, non di poco conto, è la concorrenza sleale che si andrà così a determinare tra proprietari di comuni montani, parzialmente montani e pianeggianti.
Inoltre non vengono distinti i terreni posseduti da imprese agricole, tassa i beni strumentali delle stesse aziende.
Nei comuni parzialmente montani, invece, la contraddizione è ancora piu evidente in quanto dovranno pagare solo coloro che fanno dell’attivita agricola un hobby o una tradizione di famiglia, mentre ne sono esclusi coloro che ricevono un reddito da questa loro attività.
Ultimo aspetto, ma non di secondaria importanza, è il riflesso del decreto sui bilanci dei Comuni: tagli di risorse di centinaia di migliaia di euro già comunicate ed imputate all’indomani del decreto n. 66 del 28/11/2014, a bilanci già assestati con uno scostamento tra il mancato trasferimento statale e la previsione di entrata di quasi un terzo.
Riteniamo che un decreto di questo tipo, oltre che violare lo statuto del contribuente, danneggia di sicuro i cittadini che improvvisamente si vedono introdurre l’ennesima tassa in un momento di grave crisi in uno Stato già con una pressione fiscale molto alta.
Siamo fermamente convinti che sia ingiusto adottare soltanto l’altimetria come strumento di individuazione dei comuni montani perché vi sono altri fattori quali l’orografia, il deficit infrastrutturale, la densità di popolazione etc. riconosciuti anche a livello europeo.
Chiediamo al Governo la soppressione definitiva dell’IMU sui terreni agricoli, a prescindere dalla collocazione e dall’altitudine geografica definendo nel contempo misure compensative per i Comuni affinché non sia appesantito ulteriormente il settore produttivo agricolo.
Chiediamo, inoltre, di attivare un tavolo di confronto con gli Enti Locali e le associazioni di rappresentanza, Anci e Uncem, avviando anche l’iter per un disegno di legge che riconosca l’attività agricola, anche non professionale, come preziosa forma di tutela, protezione e difesa del territorio.
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