DOMENICA 27 GENNAIO 2013 al TEATRO ROSINI di LUCIGNANO alle ore 17.30: in occasione della GIORNATA DELLA MEMORIA 2013, con il patrocinio del Comune di Lucignano e della Provincia di Arezzo: RANE D’INVERNO – lettura teatrale a due voci, con Valeria Bassi e Caterina Cidda, a cura di Claudio Borgoni. Una realizzazione Compagnia teatrale CAT; una produzione ilCAntinonearte Teatri (Montepulciano – SI). Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita dal Parlamento Europeo nel 2000. L’Italia ha aderito alla proposta internazionale dichiarando il 27 Gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Questa lettura teatrale propone un particolare punto di vista, spesso minoritario, nella testimonanzia su quegli eventi: il punto di vista delle donne. Tra le parole si potrà riconoscere la riflessione acuta e mai banale del testimone italiano per eccellenza dell’Olocausto, certamente il più conosciuto, Primo Levi. E intrecciate ad esse, i ricordi di tre donne, superstiti di Birkenau, uno dei campi di cui era composto Auschwitz, quello in cui accanto alla baracca 27 sorgeva il camino di mattoni rossi del crematorio, il campo destinato alle donne: Liliana Segre. Goti Bauer. Giuliana Tedeschi, con le loro parole spesso difficili da ascoltare, ma certamente lucide, chiare, immediate nel rappresentare la profondità della violenza subita. Una violenza non tanto e non solo del corpo, ma agìta contro la dignità umana con lo scopo di stroncarla, abbatterla, farla scomparire fino a snaturare uomini e donne in animali da sfruttare e poi eliminare. Il punto di vista femminile svela sfumature spesso meno note e rende evidente come gli stereotipi sull’Olocausto siano solo superficiali semplificazioni, come ogni singola testimonianza sia unica, come unico sia ogni essere umano.
Una riflessione sulla violenza umana: questo in fondo vuole essere questa lettura; sulla violenza che purtroppo appartiene anche ad epoche differenti, successive all’Olocausto, spesso epoche troppo contemporanee; sulla violenza che si ripete con modalità sempre troppo simili a se stesse.
Un invito per chi ascolta a riconoscere dentro di sé la possibilità di rifiutare la prevaricazione su chi ci sta accanto, per arrivare a determinare fino in fondo l’inutilità della violenza.
ingresso libero