In occasione della 30.a ‘Giornata Salvadoriana’, il Centro Culturale Diocesiano in collaborazione col Centro Studi e Documentazione della Parrocchia di Monte San Savino e con il patrocinio del Comune di Monte San Savino, organizzano per sabato 8 ottobre, alle ore 17.00, presso l’auditorium di Palazzo Gamurrini un momento d’incontro per ricordare Giulio Salvadori, figura straordinaria di intellettuale ed educatore cattolico.
Il programma dell’incontro prevede la relazione di Monsignor Vittorio Gepponi sul tema ‘Giulio Salvadori, uomo di dialogo, uomo di fede’ e di Marta Sciabolini sul tema’ Presenze femminili nella vita e nell’opera di Giulio Salvadori’, mentre domenica 9 ottobre alle ore 11.00 nella chiesa di Sant’Agostino celebrazione della Santa Messa in ricordo di Giulio Salvadori. Nato a Monte San Savino il 14 settembre 1862, visse a Roma gli anni della giovinezza. Qui fu compagno d’università di D’Annunzio e Scarfoglio, seguace di Carducci, poeta e acceso critico letterario. Proprio in questo periodo giunse ad abbandonare la fede cristiana in cui era stato cresciuto dalla madre Elisa, cercando altre risposte all’esigenza di verità che impellente aveva nel cuore. Ne il sapere, né l’arte, né, infine, le nuove teorie naturalistiche darviniane, poterono però dare completa soddisfazione alla sua sete di sapere. Dopo un travaglio spirituale, nel 1885 riabbracciò con piena ragionevolezza la fede. Scrisse, infatti, in una lettera del maggio 1885 all’amico Fogazzaro: “Io son tornato cristiano…”. Cominciò da qui quello che lui stesso chiamò il “rinnovamento”. Nel 1886 si iscrisse al Terz’Ordine Francescano. Grande poeta e scrittore ma prima di tutto vero educatore. Fu il primo docente di Storia della Letteratura Italiana presso la Cattolica di Milano dove, fra gli altri, ebbe per allievi nomi che poi sarebbero divenuti famosi come il Cardinale Giovanni Colombo, Amintore Fanfani, Bonaventura Tecchi, Nello Vian… Uomo di grande pietà, sostenitore e promotore di opere educative e caritatevoli; instancabile assertore, nel panorama culturale dei suoi tempi, della necessità di riappropriarsi delle radici cristiane su cui è nata la nostra civiltà. Un personaggio attualissimo, quindi, che visse intensamente la realtà avendo per orizzonte l’incontro con Cristo. Morì a Roma il 7 ottobre 1928 e, d’ordine dell’autorità ecclesiastica, sono state e si continuano a raccogliere le testimonianze per istruire il suo processo di canonizzazione. Il suo corpo riposa nella Chiesa dell’Ara Coeli sul colle del Campidoglio a Roma.