L’associazione Amici del Museo di Don Sante Felici, ha deciso, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, di tenere aperto l’area museale del nuovo “Centro di Interpretazione delle Raccolte di Don Sante Felici” ogni prima domenica del mese dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Fino ad oggi l’area museale poteva essere visitata tramite richiesta e appuntamento. La struttura, inaugurata nel mese di luglio del 2006, occupa il secondo piano dell’edificio che ospitava la scuola elementare di Fameta e si trova a pochi metri di distanza dalla suggestiva Abbazia di Farneta dedicata a S. Maria Assunta.
La vecchia costruzione è stata completamente ristrutturata dal Comune di Cortona, in modo da rendere fruibili i locali destinati all’allestimento museale.
Il museo ospita attualmente solo una parte della vastissima collezione di reperti paleontologici raccolti nel corso di tanti anni di studio e di ricerca da Don Sante Felici, ex parroco di Fameta, che aveva provveduto a conservare i materiali che a poco a poco rinveniva in quello che lui stesso aveva denominato il “Museo Fatto in Casa”, annesso all’abbazia.
Questo museo è momentaneamente chiuso, poiché sono ancora in corso lavori di restauro e riallestimento.
I materiali esposti provengono interamente dalla collezione costituita da Don Sante, che a partire dagli anni ’60, recuperò, nelle campagne del territorio cortonese, numerosi reperti fossili appartenenti al Pleistocene Inferiore e risalenti dunque a circa un milione di anni fa.
La maggior parte dei fossili furono scoperti e portati alla luce durante i lavori effettuati perla realizzazione dell’Autostrada del Sole e per il tracciato della ferrovia ad alta velocità, quando a Fameta si aprirono diverse cave per l’estrazione della sabbia.
Nel nuovo museo, il cui allestimento è stato rinnovato nel luglio 2010 in occasione delle “Notti dell’Archeologia”, sono esposti resti fossili di vertebrati terrestri e molluschi di acqua dolce.
Si possono ammirare fossili di Mammuthus meridionalis vestinus, un elefante di grandi dimensioni, in genere superiore ai 3,5 metri al garrese, resti di ippopotamo, rinoceronte, cervo, iena e di equidi. Si tratta di grandi mammiferi che popolavano la Valdichiana nel Quaternario, quando essa era caratterizzata da un clima caldo arido e un ambiente tipo savana mista a boscaglia.
L’esposizione è arriechita anche da numerosi pannelli che illustrano i reperti esposti.
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