11.01.2005. Sono passati 10 anni da quel drammatico giorno quando le emittenti televisive di tutto il mondo raccontavano l’incidente mortale. Fabrizio Meoni, il centauro di Castiglion Fiorentino, nel corso dell’11^ tappa della 27^ edizione della Dakar, era caduto tra le dune della Mauritania perdendo la vita. Una tragedia per la famiglia e un dolore immenso per tutti gli amici, per i suoi fans, per tutte quelle persone che lo avevano seguito fin da piccolo, che lo avevano ammirato anche in silenzio. Tra questi ci sono senz’altro anch’io, e la mia passione per lo sport mi faceva ammirare di lui la sua tenacia, la sua caparbietà, il suo sacrificio e la sua forza di volontà nel perseguire un sogno: cavalcare una moto e arrivare a dominare il mondo.
Non solo per i ritorni trionfali dalla Dakar, in Via Madonna del Rivaio, non per i fasti del successo, ma un ricordo indelebile nella mia mente è rimasta quella marcia sontuosa quando lo incontravo in mountain bike alle “Comunanze”: un saluto fugace, e inarrestabile lo vedevo procedere ad una velocità almeno doppia della mia.
Era davvero irraggiungibile e una forza della natura.
L’Equipe, giornale francese, lo ha definito “Il gigante e lo spirito della Dakar”.
Per noi Castiglionesi era questo e molto altro ancora. Era la persona che nonostante i successi lo trovavi sempre lì, nella sua officina, semmai a riparare quello o quell’altro motore oppure ad allenarsi come aveva sempre fatto in palestra o all’aperto.
Era l’uomo umile che, se vuoi, arrossiva dopo qualche complimento. Era l’uomo, lo dico senza retorica, a cui forse ognuno di noi vorrebbe assomigliare. Era il Campione che ha anche dedicato il suo tempo a chi viveva in condizioni disagiate. Ha donato un pezzo del suo cuore all’Africa. Perché lui, gigante buono, non poteva essere felice se non aveva fatto qualcosa per quell’ Africa che, a lui, diceva , aveva dato tanto.
Questo era Fabrizio, un esempio straordinario di uomo umile e semplice dal cuore generoso. Ed oggi a distanza di 10 anni da quell’incidente maledetto, mi ritrovo qui a ripercorrere il ricordo di questo mio concittadino speciale nella veste di Sindaco, con l’intento di trasmettere i sentimenti di affetto alla famiglia di Fabrizio da parte di tutta la Cittadinanza, ma anche con la consapevolezza che quest’uomo anche se non fa più parte di questa Terra, ha lasciato un segno forte e indelebile che non sarà certo il tempo a cancellare o attenuare.
Rispettando lo stile sobrio che contraddistingue Fabrizio, domenica 11 gennaio, verrà celebrata solo una S.Messa in suo ricordo nella Chiesa del Rivaio alle ore 18. Nel corso del 2015 sono previste però iniziative condivise con la famiglia che l Amministrazione Comunale intende portare avanti nel ricordo di Fabrizio”.
Mario Agnelli
Sindaco di Castiglion Fiorentino