A pochi anni dall’apertura del Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona e della clamorosa scoperta dei due circoli orientalizzanti del Sodo, Il Comune di Cortona, l’Accademia Etrusca e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, con il sostegno della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo, della Banca Popolare di Cortona, della Fondazione Nicodemo Settembrini e del Rotary Club Cortona Valdichiana e quello di Arezzo compiono un nuovo, fondamentale passo avanti nel quadro della valorizzazione dei beni archeologici.
La mostra “Restaurando la storia. L’alba dei principi etruschi” (corredata da catalogo scientifico), è stata realizzata grazie all’impegno dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana che ha condotto gli scavi nel Parco Archeologico di Cortona, e successivamente, grazie ad un lavoro avanzato di studio e restauro, ha garantito la possibilità di esporre per la prima volta al grande pubblico questi straordinari reperti.
Si tratta dei corredi del Secondo Circolo funerario del Sodo, costituito da oltre 15 tombe intatte databili tra la fine del VII secolo e gli inizi del VI a.C. ed una serie di oggetti mai visti rinvenuti nei siti archeologici del territorio (dal palazzo principesco di Fossa del Lupo alla Villa Romana di Ossaia)esaminati sotto un nuovo punto di vista, quello del restauro.
Obiettivo della mostra è quello di offrire un viaggio che porti il visitatore indietro di 2700 anni fino all’alba della civiltà etrusca cortonese.
Gli oggetti sono esposti grazie ad un allestimento originale sia per il valore storico/educativo che per quello spettacolare e tecnologico.
Una delle più significative novità di questa mostra, infatti, è l’impiego delle nuove tecnologie e sistemi di comunicazione con uso del 3D(realizzato grazie alla collaborazione di Studio Gallorini Engineering), video, computer grafica, filmati ed altro.
Un percorso che presenta i vari stadi del recupero illustrando tutte le fasi di quella “catena di montaggio” che va dallo scavo archeologico, al recupero dei materiali, alla diagnostica, fino al completamento del restauro, in vista di una definitiva esposizione al MAEC.
La presentazione di tanti inediti di età Orientalizzante consente di far luce sulle fasi più antiche di Cortona, quelle che addirittura precedono l’avvento dei Principi (ecco quindi il richiamo all’alba, nel senso di inizio della loro cultura), benché, in realtà, se ne possono cogliere anche i massimi sviluppi di età arcaica (grazie a spettacolari reperti relativi a vecchi scavi mai pubblicati provenienti dal tumulo II del Sodo) ed il progressivo smantellamento dell’identità e delle tradizioni, pur con certe resistenze, con l’avvento di Roma (come testimoniano i materiali della villa rustica di Ossaia).
Tra gli oggetti in mostra (oltre 200 pezzi) si segnalano preziosi vasi in bucchero, gioielli e collane in ambra, monili in avorio, armi e suppellettili in bronzo che raccontano la vita delle “élites” etrusche della Cortona del VII secolo a.C., connotata da aristocrazie guerriere ma anche da una solida economia basata su commercio, agricoltura e allevamento.
In particolare emerge il ruolo della donna, protagonista all’interno della struttura sociale etrusca sia nelle sue prerogative di filatrice e tessitrice ma anche attenta agli equilibri di potere della società.
La mostra “Restaurando la storia. L’alba dei Principi Etruschi” conferma quanto già gli storici antichi avevano narrato di Cortona, ritraendola come una città multiculturale, con aspetti umbri, italici ed etruschi, ma aperta anche al fascino della cultura greca ed orientale.
Per Cortona è un passo nel progetto del grande MAEC inserito nelcontesto dei maggiori musei archeologici europei che non sono semplicemente luoghi di conservazione ma centri di produzione culturale, ricerca e innovazione in grado di stimolare l’interesse del pubblico.
Dopo l’esperienza con il Museo dell’Ermitage (2009), con il Louvre (2011) il Comune di Cortona e l’Accademia Etrusca stanno lavorando ad un progetto straordinario con il British Museum di Londra per il 2014.
Una mostra che chiuderà un ideale percorso di riscoperta dell’immenso patrimonio etrusco sparso nei maggiori musei europei e che pone Cortona al centro di questo disegno.
A suggellare, anche in questa occasione, la tradizione di collaborazione tra grandi Istituzioni Culturali ed il MAEC la mostra ospita preziosi reperti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e, in particolare, una straordinaria armatura in bronzo del IV sec. a.C. con elmo crestato proveniente da una collezione privata.
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