Un serpentone senza fine, formato da tanti ragazzi delle scuole, ha caratterizzato la marcia della pace di Chiusi che si è svolta lo scorso sabato, dal centro storico al lago. Primo evento di questo tipo, ha sancito idealmente l’inizio dell’anno scolastico da parte dell’istituto comprensivo Graziano da Chiusi, ma anche di scuole vicine, come il comprensivo di Sinalunga. L’idea della manifestazione è stata dei genitori della commissione intercultura della comunità educante e ha visto l’adesione, oltreché della scuola, del Comune di Chiusi, delle parrocchie.
Tantissimi giovani hanno camminato per l’intera mattinata, nome di uno spirito di accoglienza, che va ben oltre l’apertura dell’anno scolastico, vista la presenza sempre più importante di ragazzi di origini straniere. Non a caso, erano presenti anche i profughi africani provenienti dalla Libia e ospitati a Chiusi mentre, fra le bandiere arcobaleno, c’erano quelle dei Paesi di provenienza degli scolari figli di immigrati. Un modo intelligente, per unire aspetti sociali ed educativi: un esempio pratico di “pacificazione” e di rispetto reciproco fra culture. “Occorre pensare alla pace – osserva l’assessore alla qualità della vita Andrea Micheletti – non solo in termini ideali, ma anche come pensiero-guida nella quotidianità, dando vita ad azioni concrete come questa. I giovani hanno bisogno di esempi, e giustamente il progetto della comunità educante, che ha l’appoggio della nostra amministrazione, se ne sta occupando”. Alla manifestazione hanno partecipato anche il sindaco Stefano Scaramelli, il dirigente scolastico Rita Albani e il vescovo Rodolfo Cetoloni, che hanno salutato i partecipanti, con un breve discorso, appena arrivato al lago. Il primo cittadino, ha sottolineato in particolare la “volontaria partecipazione a questo evento da parte dei profughi africani: un fatto importante, in tema di integrazione a accoglienza”. A seguire i canti degli allievi dell’istituto comprensivo e un lancio simbolico di palloncini. Quindi, colazione al sacco e santa messa o, in alternativa, momento di riflessione sulla pace. Alla fine, giochi popolari fino all’ora di pranzo. Una bella iniziativa, che sarà replicata l’anno prossimo