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Il nuovo depuratore di Querce al Pino non fa rumore, non emette cattivo odore, consuma pochissimo e produce persino energia elettrica grazie a pannelli fotovoltaici, posti sul tetto dell’edificio principale. Insomma, si tratta di un fiore all’occhiello di cui vanno particolarmente fieri il presidente dell’Ato4 Dario Casini, l’amministratore delegato di Nuove Acque Jérôme Douziech e, ovviamente, il vicesindaco Fausto Bardini, protagonisti oggi dell’inaugurazione.
E la felicità è doppia per gli amministratori di Chiusi, visto che tra poco entrerà in funzione un altro grande impianto: è destinato a servire quasi tutto il territorio comunale, un’area limitrofa dell’Umbria e, soprattutto, a rilasciare acque pulite al lago.
Il nuovo impianto di Querce al Pino sostituisce quello già esistente ma obsoleto, a significare una sensibilità ambientale del Comune di Chiusi che viene da lontano. Realizzato grazie a un investimento di 832mila euro, è tarato per 1.000 abitanti equivalenti e si trova a ridosso di una cava, lungo la statale 146 e in prossimità del casello autostradale. Stupisce la pulizia dell’intervento, di basso impatto ambientale, di un depuratore dotato di una tecnologia all’avanguardia, a fanghi attivi, illustrata nell’occasione dell’inaugurazione a un’attenta classe terza di futuri geometri dell’istituto Einaudi di Chiusi. L’impianto, di proprietà del Comune di Chiusi è stato realizzato in conformità al progetto presentato dalla Società Nuove Acque, che adesso si occupa anche della sua gestione. Sostituisce uno precedente, che era a servizio del solo centro commerciale “Etrusco”, della potenzialità di 200 abitanti equivalenti. Per la realizzazione del nuovo depuratore è stata acquisita un’area più ampia, per permettere di aumentare la sua potenzialità di popolazione servita, così da completare la depurazione degli scarichi di altre località vicine come Poggio Olivo e Macciano. Le acque depurate dall’impianto saranno restituite all’ambiente attraverso il vicino fosso che confluisce nel torrente Astrone. Il sistema fognario a monte della struttura, comprende due impianti di sollevamento dotati di tubazione di troppo pieno, oltre al by-pass in testa all’impianto. Infrastrutture talvolta invisibili ai cittadini, ma che danno il senso di un salto di qualità,per la tutela ambientale, compiuto negli ultimi anni. Il presidente Casini parla di “32 depuratori in funzione, ad oggi, sui 38 comuni dell’ambito relativo all’Ato 4”. Un’attenzione al territorio rara, almeno in Italia, resa possibile grazie a una gestione coordinata da parte degli enti pubblici, che garantisce gli investimenti, e a una struttura privata che aggiunge efficienza nella gestione. La sensibilità dimostrata anche dalla scuola superiore di Chiusi, che ha assistito a una “lezione” sul funzionamento del depuratore, nel corso dell’inaugurazione, è un ulteriore elemento positivo, e di speranza
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