{rokbox title=| :: |}images/cane2.jpg{/rokbox}Sono state tre ragazze della Pubblica assistenza di Chiusi, Elisa Nasorri, Elisabetta Ottaviani e Alessandra Venturini a individuare Quinto Rossi, malconcio, incapace di articolare parole, tremolante ma ancora vivo in località Pagna, Erano le 16.50, quando stavano calando le tenebre e, insieme ad esse, le ultime speranze. L’ha ritrovato una delle ultime squadre in azione, prima dello stop previsto per l’arrivo della notte, nell’ultimo luogo che poteva essere immaginato.
Rossi non era in un burrone o in un bosco, ma quasi di fronte alla zona industriale delle Biffe, in prossimità del capannone della Metalzinco, a dieci metri dalla strada che costeggia l’area delle attività artigianali e a due chilometri dal bivio della cosiddetta strada del Polacco che collega Chiusi a Cetona. L’uomo, sdraiato in terra, senza una scarpa, sfinito, era talmente incredulo per essere stato ritrovato da non riuscire ad aprire bocca. Era quasi arrivato da solo, a poca distanza dai primi insediamenti di Chiusi, ma ormai non riusciva più a muoversi. Quando si è reso conto di essere stato individuato tremava dalla felicità, ma anche per il freddo, gli stenti, dopo due notti passate all’addiaccio, senza viveri. Era cosciente, ma un’altra notte sarebbe stata fatale, per un uomo di ottanta anni. Visto il clima di gennaio, si può parlare di un miracolo. L’annunciato arrivo della neve avrebbe significato la fine, e ormai tra i soccorritori era diffuso il pessimismo. Invece il ritrovamento insperato è avvenuto, dopo 72 ore di ricerche, con 130 persone utilizzate e l’impiego di due elicotteri. Decisivo è stato l’arrivo nella tarda mattinata del cane molecolare Piergiorgio, in dotazione al Soccorso alpino e spelelogico, a far trovare la pista giusta. Si tratta di un blodhound o segugio di Sant’Uberto (uno dei tre che operano in tutta Italia) con un olfatto in grado di memorizzare l’odore delle persone e di riconoscere una traccia a distanza di diversi giorni. Questa razza lavora sulla molecola dell’odore, per questo è chiamato molecolare. Piergiorgio ha portato tutti a valle, rispetto alle ricerche che gravitavano introno alla zona dell’ultimo avvistamento, nelle campagne di Chiusi in direzione di Cetona. Poi l’asfalto della strada, con il passaggio di mezzi, ha portato via la traccia, e l’ha bloccato. Ma ormai era arrivato a pochi metri da Quinto Rossi, il quale era arrivato lì, in prossimità della zona industriale, dopo un lungo percorso boschivo. La squadra è andata avanti e ha fatto la felice scoperta. L’uomo dovrebbe aver attraversato una cava e superato una rete metallica, dove potrebbe aver perso la scarpa, stando almeno alla ricostruzione fatta del suo presunto itinerario. Subito portato all’ospedale di Nottola, è stato subito oggetto di cure e accertamenti. Intanto, si è subito brindato subito dopo il ritrovamento. Hanno festeggiato il vicesindaco Fausto Bardini, sempre presente a seguire le operazioni e ovviamente i coordinatori delle ricerche Gabriele Forti, vicecapostazione del Soccorso alpino e speleologico del Monte Amiata e Luca Quercioli dei Vigili del Fuoco. Insieme a loro c’erano gli appartenenti a Carabinieri, Polizia, Croce rossa italiana, Polizia urbana di Chiusi, oltre al personale dell’Unione dei Comuni e della Pubblica assistenza, e perfino squadre di cacciatori. Il Comune di Chiusi ha dato un supporto per tutti gli aspetti logistici, a partire dall’alimentazione delle varie squadre che per tre giorni hanno battuto palmo a palmo il terreno. Alla fine, la tenacia ha pagato: insperato, è arrivato il lieto fine. Anzi, il miracolo