Chiusi si è stretta, domenica mattina, intorno al museo nazionale etrusco, sfidando un caldo africano, per ricordare i suoi 110 anni di vita. L’occasione è stata l’inaugurazione di una intelligente mostra, curata da Monica Salvini e Giulio Paolucci, dal titolo emblematico: “+110”. Serve a ripercorrere la storia delle collezioni e dell’edificio che dal 1901 ospita il museo, perché superare di slancio un centenario è sempre un bel traguardo, anche per chi conserva reperti millenari. Ma ora occorre prendere slancio, e pensare al futuro.
Il sindaco Stefano Scaramelli ha colto l’occasione per annunciare la necessità di fare rete, di guardare oltre, a un progetto complessivo della Val di Chiana che veda nella cultura un’occasione di sviluppo. Un obiettivo che sembra ben interpretato da Archeofest, il progetto che prevede una serie eventi “anteprima” su un territorio vasto, come dimostra l’iniziativa chiusina. La presenza congiunta, all’inaugurazione della mostra, della Fondazione Monte dei Paschi, con il direttore Claudio Pieri, del sindaco di Chianciano Terme Gabriella Ferranti, del presidente della Fondazione Musei senesi Gianni Resti (oltre ovviamente alla responsabile del museo e funzionario della Soprintendenza Monica Salvini, e all’assessore al Sistema Chiusipromozione Chiara Lanari), ma soprattutto le parole espresse, confortano nella visione di puntare sull’archeologia come volano di un territorio, a dispetto del periodo di profonda crisi economica.
Il museo di Chiusi, con il suo aspetto neoclassico, rappresenta uno dei rari esempi in Italia di strutture costruite appositamente con lo scopo di raccogliere oggetti. La sua lunga storia, avviata già nel 1831, è iniziata nel 1861 con l’istituzione della prima Commissione archeologica municipale e proseguita nel 1871 con l’apertura della collezione al pubblico nei locali di via Mecenate. Trent’anni più tardi, il 22 agosto 1901, venne inaugurata le sede attuale. La mostra “+110” espone reperti “mai visti”, accompagnati, in alcuni casi, dai disegni realizzati nella seconda metà dell’Ottocento su commissione dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma. Sono visibili anche gli inventari antichi del Museo, i progetti architettonici, gli inviti e i libri delle firme che rivelano il rapporto con i visitatori. I reperti, recuperati dei magazzini, sono stati restaurati per l’occasione rispettando i criteri espositivi ottocenteschi. La mostra, cui è dedicato un volume per la collana “Archeofest Quaderni”, resterà aperta fino al 9 ottobre 2011 (con proroghe già previste), presso il Museo Nazionale Etrusco, tutti i giorni ore 9.00-20.00 (ultimo ingresso ore 19.30). Per informazioni, telefonare ai numeri 0577 530164 o 0578 20177. L’ingresso è compreso nel biglietto del museo. Ma non è tutto: Archeofest “regala” anche originale evento che unisce recitazione, danza, canto e lettura, al lago (località Sbarchino), giovedì 25 agosto. Il titolo è “L’acqua al tempo dei romani”, e vuole essere un omaggio a questo elemento, secondo un progetto ideato da Idalberto Fei, curato da Mara Miceli e prodotto, come la mostra, da Fondazione Monte dei Paschi e da Vernice progetti culturali.