I rifugiati arrivati dalla Libia cominciano oggi (MARTEDI 20 MARZO) a ripulire e riverniciare i giochi in legno per i bambini, nel parco della Rimembranza a Chiusi. Grazie a una convenzione tra il Comune e la Misericordia che li ospita, durante la loro permanenza a Chiusi daranno un proprio contributo volontario per piccoli interventi di riqualificazione dell’arredo urbano, manutenzioni varie e pulizia delle aree verdi, dove necessario.
Gli otto giovani si sono già ben integrati nel tessuto sociale chiusino, e uno di essi, abile calciatore, si allena persino con la squadra locale. Ed ora, i cinque ragazzi del Ghana, e gli altri tre rispettivamente della Sierra Leone, del Niger e del Senegal, potranno sentirsi anche “utili” alla collettività. “Abbiamo proposto al Comune – afferma il presidente della Misericordia chiusina Roberto Fè – questo progetto, che assolve a due funzioni: tenere impegnati giovani africani che hanno un futuro incerto, e dare un servizio alla comunità”. Dopo un primo giudizio, non è stato riconosciuto loro lo status di profughi. Dunque, si tratta di un momento delicato, durante il quale è importante mantenere una serenità di fondo, in attesa di una sentenza definitiva. La Misericordia si è preoccupata di fornire tute protettive, scarpe antinfortunistiche, giubbotti, assicurazione sugli infortuni e per responsabilità civile, per un investimento di circa cento euro a ragazzo. Per loro è stato previsto anche un corso di antinfortunistica. “Questo progetto – osserva l’assessore alla qualità della vita Andrea Micheletti – dimostra ancora una volta come il nostro Comune si dimostri nei fatti sensibile alle necessità dei più bisognosi, sia che essi siano profughi che indigenti. Con questa convezione permettiamo agli otto ragazzi provenienti dal Nord Africa di integrarsi ancora di più nella nostra comunità, che li ha già accolti in modo positivo grazie all’importante contributo della Misericordia. Mi piace ricordare come questa collaborazione avvenga a costo zero per il Comune”. Tutti i lavori saranno coordinati e controllati dagli uffici e da personale del Comune di Chiusi, che ha già previsto un programma di interventi. Ufficialmente, questi piccoli lavori dei volontari si protrarranno fino a tutto giugno. A quel punto, gli otto rifugiati avranno qualche certezza in più sul loro destino.