Le ipotesi di dimensionamento del piano strutturale di Chiusi, appena presentate dal sindaco Stefano Scaramelli, parlano chiaro: si va verso una crescita degli abitanti, il recupero del patrimonio edilizio e uno sviluppo sostenibile delle attività economiche. L’obiettivo è arrivare in tempi brevi a diecimila residenti, sviluppare il tessuto produttivo e al tempo stesso tutelare spazi verdi e agricoltura. Comunque, al di là dei dati numerici, il nuovo piano strutturale non guarda solo all’aspetto urbano, ma soprattutto a quello sociale.
Ed ecco la proposta di un’edilizia calmierata sfruttando terreni e immobili pubblici per favorire giovani coppie e nuovi insediamenti. Poi ci sono le nuove sedi delle contrade e dei terzieri, la nascita di un centro sociale a Montallese, nuovi parcheggi previsti all’esterno di Porta Lavinia. E c’è anche la volontà di realizzare una piscina e centri benessere a Querce al Pino, oltre a un grande parco con spazi per la palla al bracciale e altre attività ricreative al posto del vecchio stadio, allo scalo. Quindi, recupero della Fornace per farne abitazioni e negozi, piccoli appartamenti nell’ex dormitorio delle Ferrovie, recupero del vecchio centro carni per attività produttive. Un atteggiamento improntato alla massima concretezza ha chiarito le idee sul futuro di Chiusi a una platea numerosa, presente al teatro Mascagni. “La scommessa – ha annunciato il sindaco – è riunire il centro storico allo scalo e ampliare il centro commerciale naturale, creando una viabilità più efficiente e nuovi parcheggi, spazi verdi. Vogliamo ricucire i due centri abitati con nuove infrastrutture viarie, per alleggerire la pressione del traffico”. Il fondovalle vedrà nuovi insediamenti produttivi, che si riuniranno all’area industriale di Cetona, con la prospettiva di 150 mila metri cubi di nuove costruzioni. Allo stesso tempo, punterà sul lago e sullo sviluppo del centro storico, dove si prevede una grande struttura ricettiva in grado di rilanciare il turismo e il commercio di vicinato. Quanto alle attività agricole, la recente firma della carta di Matera promossa dalla Cia testimonia la volontà di valorizzare le aree rurali, di difendere e valorizzare il settore. Previsti anche interventi sulla vecchia fornace e sull’ex centro carni, contenitori-simbolo di uno scalo che deve soprattutto recuperare in questi grandi contenitori spazi per commerci, servizi e abitazioni. “Si tratta – osserva il sindaco – di assecondare uno sviluppo poliedrico della nostra realtà, che per fortuna non ha una monoeconomia. Chiusi deve attirare residenti e potrà meglio che altrove contrastare le difficoltà economiche grazie a un mix di terziario avanzato, attività artigianali di livello, agricoltura e turismo. Settori che ora devono avere un nuovo sviluppo equilibrato, senza che nessuno sia lasciato a se stesso. Anzi, vogliamo attrarre investimenti”. Quanto alla discussa ipotesi di centro logistico legato alla ferrovia, secondo un atteggiamento più pragmatico si potrebbe andare ad un insediamento di attività che hanno necessità di uno scambio gomma-gomma. Con la stessa logica, per quanto riguarda i nuovi insediamenti, questi saranno distribuiti in proporzione in tutto il territorio: Montallese, che ha il dieci per cento della popolazione, crescerà di duecento unità. Tutto questo, in linea con lo slogan dell’iniziativa di presentazione, “per crescere insieme”. Intanto il sindaco Scaramelli è a disposizione per ricevere via mail o via telefono considerazioni e proposte in merito
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