Un teatro gremito da oltre trecento persone, un dibattito iniziato alle 17 e terminato dopo le 22, danno il senso dell’interesse per la presentazione del progetto di piano presentato l’altro ieri (LUNEDI 21) tra l’interesse generale dei cittadini, degli imprenditori, dei professionisti, delle forze politiche e delle associazioni. Un progetto ambizioso, che disegna le ipotesi di sviluppo di Chiusi da qui a venti anni, presentato nella massima trasparenza: “Nessun ente locale, a quanto ci risulta – osserva il sindaco Stefano Scaramelli – ha messo in rete tutti i dettagli del progetto per la visione dei cittadini, molto tempo prima della sua presentazione ufficiale. Vogliamo essere trasparenti, ambire alla massima informazione e partecipazione”.
Non a caso oggi il sindaco ha atteso in ufficio per l’intera giornata, dalle 10 alle 13, dalle 15 alle 18 e dalle 21 alle 24 chiunque abbia voluto incontrarlo, per chiedere ulteriori informazioni, avanzare proposte. Una sorta di prosecuzione di un dibattito, interessante e partecipato, intorno ad una filosofia di piano che guarda a una crescita di Chiusi, sia dal punto di vista economico che demografico. Chiusi deve crescere, ma con giudizio: secondo il progetto di piano, ben il 75% volumetrie del piano sarà determinato dal completamento e dal recupero dell’esistente. E, ancora, si pensa a uno sviluppo che conti sulle tantissime potenzialità che il territorio comunale offre, conciliando insieme tutela e sviluppo sostenibile. Chiusi è stata paragonata a un tavolo a sei-sette gambe, tante sono i filoni di sviluppo economico su cui contare. E il Comune non ne vuole tagliare nemmeno una. Le ipotesi di sviluppo sono visibili su internet, ma erano anche descritte in gigantesche tavole ai bordi della platea del teatro. Il sindaco Scaramelli e l’architetto Andrea Filpa, insieme ad altri tecnici, hanno contribuito a illustrare, a grandi linee, i contenuti, con interventi iniziali, anche per stimolare un intenso dibattito, partito nel pomeriggio e proseguito ben oltre l’ora di cena. Prossimamente ci sarà l’adozione, cui seguiranno sessanta giorni utili per effettuare osservazioni. Da citare la volontà di far crescere centro storico e scalo fino a saldarle, ma dentro un perimetro già urbanizzato, e quella di non sviluppare centri commerciali all’esterno, ma di valorizzare negozi nei centri abitati, specie nelle zone sottoutilizzate. Alla fine, le città unite saranno interessate da un nuovo, grande centro commerciale naturale. Potranno nascere nuove strade per mitigare i problemi di traffico, e ogni area crescerà secondo le attuali vocazioni: ad esempio, la zona industriale resterà quella di fondovalle e si coniugherà sempre di più con quelle di Cetona e Po’ Bandino, frazioni come Montallese cresceranno in proporzione al resto del Comune. Grandi contenitori come l’ex centro carni e la fornace abbandonata, potranno evitare di “mangiare” nuovo territorio. Altre zone come quella del casello autostradale saranno valorizzate con strutture a supporto del turismo. Ovviamente, l’archeologia e il centro storico, l’ambiente e il lago, l’agricoltura e i paesaggi saranno oggetto di tutela e rilancio, a dimostrazione delle tante vocazioni locali. L’obiettivo è pensare a una città di 10mila abitanti, che si confermi il naturale baricentro delle infrastrutture, e porta di accesso della Toscana. “Ma anche una città – aggiunge il sindaco – che sia attenta alla coesione sociale, che curi gli spazi pubblici, al servizio del territorio circostante e in equilibrio con la sua storia e il suo ambiente, che pensi a unno sviluppo sostenibile. In una parola, guardiamo alla qualità della vita e al benessere delle generazioni future”