Dieci ore di dibattito in consiglio comunale e 175 osservazioni esaminate, hanno rappresentato l’ultimo passaggio per l’approvazione definitiva del piano strutturale di Chiusi. Una giornata impegnativa per il sindaco Stefano Scaramelli e gli amministratori comunali, quella di sabato scorso, e allo stesso tempo storica: arriva a 38 anni di distanza dal precedente piano regolatore e ad appena diciassette mesi dall’insediamento della nuova giunta. Alla soddisfazione per i tempi record del piano, dopo un serrato periodo di progettazione, confronti e presentazioni pubbliche, si aggiunge da parte di Scaramelli quella per i contenuti.
“Abbiamo dimostrato – osserva il sindaco – la capacità di fare scelte con una visione strategica, pensando al futuro sviluppo di Chiusi. È stato finalmente approvato un piano strutturale in linea con il precedente progetto adottato a dicembre in consiglio, con gli elementi caratterizzanti invariati. Anzi, si è registrata una enfatizzazione della nostra idea di uno sviluppo urbanistico equilibrato, di ricucitura rispetto all’abitato esistente: il completamento e il recupero degli immobili passa dal 70 al 76%, la nuova urbanizzazione scende dal 30 al 24%”.
Anche per questo motivo, secondo Scaramelli, il piano strutturale di Chiusi rispecchia “una visione di sinistra della società e dello sviluppo”. Con lo stesso spirito si guarda all’unione tra città e scalo come a un fatto culturale e di crescita, agevolato intanto dai nuovi marciapiedi in costruzione. Non una saldatura “a freddo”, ma un legame da coltivare per un vero sostegno alle attività commerciali e per una politica di servizi destinati a tutti i cittadini, senza discriminazioni. Allo stesso modo, la giunta comunale ha tenuto fede agli impegni in campagna elettorale sull’attenzione alle varie zone: tutte le realtà cresceranno in maniera equilibrata, e saranno enfatizzate le attuali vocazioni. Si costruirà prevalentemente su aree pubbliche, per una “ricucitura” dell’esistente. La zona industriale potrà dunque rafforzarsi e unirsi a quelle di Cetona e Po’ Bandino. Allo stesso tempo, grandi contenitori come l’ex centro carni e la fornace attualmente abbandonata, una volta recuperati, potranno evitare di “mangiare” nuovo territorio. Si cercherà solo di valorizzare con servizi e infrastrutture un territorio dai delicati equilibri, che merita sensibilità e attenzione. Archeologia e centro storico, ambiente e lago, agricoltura e paesaggi saranno oggetto di tutela e rilancio “perché nessuna delle vocazioni attuali – aggiunge il sindaco – deve essere abbandonata”. Sostenibilità, ecologia, qualità della vita, crescita equilibrata, sono le parole d’ordine di un piano che richiama precisi valori.
Potranno aumentare gli abitanti, ma in misura “compatibile” per una città che possa confermarsi il naturale baricentro delle infrastrutture viarie, e porta di accesso della Toscana. “Guardiamo a una Chiusi – osserva Scaramelli – che sia attenta alla coesione sociale, che curi gli spazi pubblici, che sia al servizio del territorio circostante e in equilibrio con la sua storia e il suo ambiente, che pensi a uno sviluppo sostenibile. In una parola, guardiamo al benessere delle generazioni future”
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