{rokbox title=| la cerimonia di questa mattina :: foto Alessandro Pierozzi Circolo Fotografico Castiglionese |}images/caos1/petri2011.jpg{/rokbox}
Il ricordo di Emanuele Petri diventa ogni anno un momento intenso di riflessione sul senso del dovere, sull’appartenenza ad una comunità, sulle qualità che modellano e debbono rendere saldo lo spirito civico di ognuno di noi. La figura di Emanuele, attraverso la Sua memoria, alimenta la consapevolezza dell’importanza, vorrei dire della necessità assoluta di quei valori che consentono alla nostra società di andare avanti nel suo cammino di civiltà e di progresso sociale.
In questo senso vorrei che questa nostra commemorazione diventasse un messaggio chiaro alla nostra gente ed in particolare alle giovani generazioni: un paese, una nazione, uno stato non possono progredire se al fondo non vi sono valori condivisi, obiettivi comuni, modelli a cui ispirarsi.
Ringrazio davvero di cuore gli insegnanti e tutti coloro che questa sera hanno organizzato un Consiglio Comunale dei Ragazzi aperto ai giovani di Castiglion Fiorentino e di Tuoro per ragionare, tutti assieme, proprio a partire dalla storia e dalla vicenda di Emanuele, sul tema della legalità e della civile convivenza.
Ritengo che questo sia davvero un bel modo per onorare la Sua memoria. Alcuni di questi ragazzi, quando Emanuele è stato ucciso, erano molti piccoli e non conservano certo nella propria mente i fatti della cronaca di allora, proprio per questo è un bene che essi sappiano, conoscano, approfondiscano la storia di un uomo che ha dato la vita per adempiere fino in fondo il suo compito di cittadino e poliziotto.
Emanuele Petri per loro e per le generazioni che verranno non dovrà mai essere un semplice nome scolpito su di una stele di bronzo, ma dovrà diventare, se le Istituzioni sapranno svolgere fino in fondo il proprio compito di custodi della memoria, un motivo per ripensare su come la dedizione al dovere, spinta talvolta fino all’estremo sacrificio, costituisca uno dei pilastri ideali della nostra società.
La storia di Emanuele è in questo senso una storia esemplare: quel tragico giorno di marzo infatti non avrebbe neanche dovuto essere in servizio, aveva infatti cambiato il turno per poter accompagnare un amico ad una visita medica. Altro tratto caratteristico di questo “bravo poliziotto” era infatti quello di impegnarsi in favore del prossimo: nel volontariato, dando una mano alle persone in difficoltà, aiutando chi aveva bisogno. Credo che si possa dire con ragione che il suo impegno non cessava al termine del periodo di servizio ma continuava per tutto l’arco delle 24 ore.
C’è anche questo nella figura di Emanuele Petri, il sommarsi quasi naturale della dedizione al proprio compito di tutore dell’ordine e della legalità con l’altruismo e la generosità nei confronti di chi viveva in uno stato di bisogno e di necessità.
Davvero un fulgido esempio perché non è facile, al termine di un turno faticoso trovare la voglia, il tempo e la passione per dedicarsi agli altri. Figure come quella di Emanuele sono rare e per questo credo che sia non solo giusto ma doveroso annoverarlo tra quelle che uno scrittore russo definiva “eroi del nostro tempo”.
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