“Arte e Devozione” è il titolo dell’ultima fatica di Divo Savelli che verrà presentata sabato prossimo, 13 settembre alle ore 17.30, alla Chiesa delle Santucce, ubicata accanto all’Ospedale vecchio, della Misericordia, in fondo a via Dante. Lo scrittore senese prende in esame le vie Lauretane, cioè quelle strade percorse dai pellegrini che si recavano alla Madonna di Loreto. Castiglion Fiorentino era un crocevia importante e lo si evince dalla maestosa Chiesa della Consolazione.
Parteciperanno all’evento culturale, organizzato dall’Istituzione Culturale ed Educativa Castiglionese con il patrocinio del Comune di Castiglion Fiorentino, il sindaco Mario Agnelli, l’Assessore alla Cultura, Massimiliano Lachi, il Presidente dell’ICEC, Fabio Bidi, oltre all’autore del libro. A seguire si terrà l’aperitivo presso il “Residence Le Santucce”.
Sabato prossimo, per la prima volta dopo il restauro, i castiglionesi e non solo potranno così ammirare un bene prezioso per la città del Cassero: la Chiesa delle Santucce. “Si tratta di un’occasione importante per la nostra città. Grazie ad un evento culturale valorizziamo una struttura che per troppo tempo è rimasta chiusa al pubblico” commenta Fabio Bidi, Presidente dell’ICEC. Per Castiglion Fiorentino, dunque, l’evento rappresenta una tappa importante nel percorso intrapreso verso la completa fruibilità da parte della cittadinanza di un bene comune. “Per noi sarà come inaugurare una nuova struttura. L’ambiente unico e suggestivo rende l’auditorium il luogo più idoneo per ospitare sia conferenze che convegni oltre ad iniziative di più ampio respiro. Per Castiglion Fiorentino si apre, così, una nuova opportunità nel settore del turismo congressuale” sostiene Mario Agnelli, sindaco di Castiglion Fiorentino. Destagionalizzare i flussi turistici, è questa la sfida del nuovo millennio e la città della Torre del Cassero ha tutte le carte in regola per poterla vincere.
Cenni Storici Chiesa delle Santucce
In fondo a via Dante, prima di entrare in piazza S. Agostino troviamo il Convento e la Chiesa di S. Benedetto delle Santucce. Delle monache benedettine di S.Croce di Arezzo si spostarono da Cozzano all’interno delle mura castiglionesi nel settimo decennio del XIII secolo. Presero il nome Santucce, poiché subirono la riforma dalla B. Santuccia Terrabotti di Gubbio, quando la introdusse a Cortona e in Siena. Intorno al 1600 era uno dei quattro conventi presenti a Castiglion Fiorentino con La Ripa, Il Cassero, Il S.Chiara. Sotto il Granducato di Toscana i monasteri divennero luoghi destinati a scopi sociali, quali ad esempio l’educazione delle donne, con il fine di diminuire il potere della Chiesa. Il monastero fu soppresso nel 1809 e la Chiesa fu concessa all’Ospedale della Misericordia. Subito dopo la facciata laterale della Chiesa delle Santucce, troviamo l’Ospedale della Fraternita di Santa Maria della Misericordia. Nel vicolo che costeggia la fiancata dell’ospedale, possiamo vedere un ovale in pietra con l’immagine di un putto, segno che nel vicolo si apriva la ruota tramite la quale venivano lasciati all’istituzione sanitaria i bambini abbandonati.
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Qualche precisazione è d'obbligo.
Non è la prima volta che la chiesa delle Santucce è aperta al pubblico dopo il restauro.
E' piuttosto generoso definire la chiesa come un "prezioso tesoro". Si trata di una modesta chiesetta, ancor più modesta se paragonata al ricco veramente prezioso patrimonio castiglionese.
L'ambiente, angusto e disagevole, è tutt'altro che idoneo ad ospitare conferenze e convegni. Nulla in confronto alla più idonea sala della chiesa del Cassero.
Infine consiglio gli amministratori di andare a controllare a che scopo era finalizzato il contributo regionale per evitare che il Comune sia costretto a restituirlo.
Ovviamente niente da ridire sulla presentazione del libro.
Magari il solerte ed attento Menci, già assessore alle grandi opere e mirabile presidente del gioiellino "castiglioni innova", ci potrà, in un futuro che speriamo prossimo, illustrare cosa di buono ha fatto, oltre a passare mensilmente dalla tesoreria comunale per riscuotere la meritata indennità.
Sono desolato per non essere in grado di rispondere esaurientemente alla richiesta di Massimiliano Lachi. Lo spazio di un commento non sarebbe sufficiente anche solo per un elenco sommario delle opere seguite da me come assessore dal 1993 al 2001.
Non posso fare a meno però di ricordarne alcune che interessano direttamente l'attuale assessore alla cultura.
Tra queste, anche se la meno importante, il restauro della chiesa delle Santucce nel 2001, col contributo di 150000 euro dalla Regione Toscana finalizzato alla costruzione di un laboratorio di restauro per le opere d'arte.
Ricordo poi all'assessore il restauro e la riapertura, dopo decine di anni di chiusura, del teatro comunale e il restauro del complesso del Cassero con la sistemazione dell'area archeologica e costituzione del relativo museo, dovendo combattere in questa occasione anche la convinta e pervicace opposizione dell'allora consigliere comunale di minoranza Massimiliano Lachi